Tranquilli, ragazzi. Non avete sbagliato né ho sbagliato a scrivere il nome del gruppo qui presente, sono proprio loro: i Nanowar!!! È inutile forse dirvi che sono un gruppo metal-demenziale, ma visto che nulla va dato per scontato ve lo dico; anzi, ve l'ho già detto. Questo è l'ultimo album autoprodotto del presente mitico complessino, il terzo della carriera musicale dei quattro simpaticissimi romani che fanno parte della suddetta mitica band. I membri della band sono talmente burloni e... premurosi che si firmano con dei buffi soprannomi:

  • Il leader è il bassista Gatto Panceri 666, un nome un programma (un po' come Word ed Excel ...uah, ah, ah! Che battuta!)
  • Il chitarrista (che è stato pure il cantante in un breve periodo d'assenza del cantante ufficiale), braccio destro di ferro o ancora meglio "d'acciaio" del grandioso Gatto, è l'incommensurabile Mohammed Abdul. Vabbé, magari non incommensurabile, ma sicuramente un buon chitarrista
  • Il cantante è soprannominato Potowotominimac. Nessuno sulla terra sa che cosa vuol dire, neppure lui sa che cosa vuol dire (c'è un doppio senso in questa frase che ha lo stesso identico significato); senz'altro si sa che i disegni nelle copertine sono opera sua. Insomma, un uomo talentuoso!
  • Il batterista è il martellante Milino (per gli amici) o Uinona Raider (per i nemici). Quello che c'è scritto sul booklet mi dice che ha suonato solamente in metà canzoni dell'album, mentre per il resto le percussioni sono state offerte da un paio di amici che suonano in altri gruppi conosciuti tramite la casa discografica, e tra questi vi è pure Daniele Carbonera, il primo batterista dei Rhapsody. Forse non sarà bravissimo, ma ...ha due soprannomi anziché uno solo!!!

Questi valorosissimi guerrieri di bassa statura, ma comunque valorosi, si battono contro un metal a volte esageratamente serio grazie al loro mazzafrusto dell'ironia, facendo notare che i metallari molto spesso commettono l'errore di valutare "buono" qualsiasi prodotto del metallo a prescindere dal valore dell'opera e questi vengono chiamati poser (parola che peraltro i Manowar usavano per intendere la medesima cosa, ma riferendosi al reso dei generi musicali). Loro si auto-proclamano portatori del True Metal, cioè del Vero Metallo e pure di tutti gli altri nobili minerali pesanti ...non ho altro da aggiungere, solo che, come per i Manowar, nelle loro canzoni la parola "True" e "Of Steel" è presente ovunque!!!
Per fare una leggera precisazione, loro, a differenza dei più noti Atroci, cantano in inglese in modo da poter avere successo non solo in Italia (patria dello stile demenziale) e ritengono che cantare in inglese sia più true (ps: true è sinonimo di vero, puro, ma anche di fico e unico, nonché viene usato in maniera ironica)

Ora vi mostro l'album e parto in primis con l'analisi della copertina. Chi di voi conosce i Manowar, la band originale (anche se i Nanowar vogliono definirsi loro stessi come originali e i Manowar come loro taroccatori), avrà sicuramente riconosciuto nella cover la ridicolizzazione dello storico album Fighting The World e avrà sicuramente capito che il nome del disco deriva dal ritornello di Kings Of Metal; chi invece non conosce i Manowar si faccia un pochino di cultura per farsi due risate con me e con gli altri che hanno sentito questo gruppo spassosissimo. I mitici nani stile Village People e le luci rosa che "arrivano da dietro" contribuiscono a dare quello stile gay che il titolo di questa opera magnifica vuole dare.
Se si mette il disco presente all'interno del jewel-case all'interno del lettore cd e si preme play si incomincerà a sentire un Intrue (già il titolo dice tutto) e prende in giro i primi 30 secondi di Holy War (sempre presente in Fighting The World), solo che al posto di "religion" e "salvation" vengono elencati tutti i metalli presenti nella tavola periodica, naturalmente seguiti da "fire and steel", vi state già pisciando addosso prima di sentire nominare pure lo stronzio. I mitici nani dovrebbero avervi già rubato il cuore quando, prima della seconda traccia si sente la mitica frase "in sella, alla bersagliera" di Paolo Villaggio in un film di Fantozzi, introduzione della mitica Trycicles Of Steel, presa in giro della non sempre vera associazione metallaro-motociclette, peraltro questa sembra una parodia di The Return Of The Warlord (sempre dei Manowar). Fantastico il ritornello quando dice "Pollution is low, no fuel to go: we ride the trycicles of steel", non servono ulteriori commenti. La seguente traccia è la "pompatissima" True Metal Of The World, la quale mi riallaccia molto come concetto (non come musiche) con Warriors Of The World United (altra Manowar) per quel sogno di vedere un giorno in tutto il mondo il True Metal unito assieme. Poco dopo vi è un'altra intro: Burger. Questa è dedicata ai McDonalds, da sempre (non si sa il motivo), legata a loro avviso ai Rhapsody (nei cd precedenti era presente una loro cover chiamata Emeral Fork). Questa intro contiene la sigla de "Il pranzo è servito" suonata con il violino e racconta la tragica storia di un servo decapitato perché ha portato al re un "Happy Meal" freddo. Ed ecco dunque che arriva King!!! A mio avviso la più bella. È una canzone in pienissimo stile Rhapsody e tratta argomenti cari a quest ultimo gruppo, con espliciti riferimenti a Luca Turilli e ai suoi mitici stili musicali tutti uguali (tipo il Symphonic Hollywood Epic Metal e non è uno scherzo) e alle sue mitiche storie molto originali e poco "sempre la solita storia epica". Il finale di codesta canzone riporta tutte le parole care al epic e al true metal (diciamo... Rhapsody, Manowar e Domine su tutti) tipo "Of Steel" e "Of The Sword" e "Of The Dragon" e così via fino alla vera rottura dei coglioni (ovvero ciò che hanno fatto i gruppi epici e true metal suonando e cantando canzoni che sono sempre le stesse e dicono sempre le stesse cose con addirittura sempre le stesse parole).
Andiamo avanti con un capolavoro: The Power Of The Power of The Power of The Power (Of The Great Sword), un nome che dice tutto e che all'ascolto vi farà piegare in due dalle risate. Non vi anticipo niente perché la sorpresa è bella. Vi dico solo che prima di questa traccia c'è l'ennesima intro ma molto carina (in più le intro sono molto tipiche nel genere true e soprattutto epic!). Finito tutto ciò c'è ancoooora una intro che ci collega ad un fatto accaduto nel guestbook del gruppo dove alcuni napoletani hanno protestato perché nella celeberrima Master Of Pizza si prendevano in giro i partenopei, ai quali prontamente il Gatto Panceri 666 ha risposto dicendo che la canzone era voleva ironizzare sui pregiudizi (dopotutto è strano che gente di Roma dia ai Napoletani dei "terroni"). Questa intro vuol far ricordare l’accaduto, battendo pesante sul fatto che alcune persone hanno difficoltà ad ascoltare e a capire motivazioni che vanno al di là di quello che si pensa (cioè, nonostante il Gatto abbia spiegato il perché della loro canzone, gente sciocca, come la simpaticissima Napoli Metal Mafia, continua a pensare che i Nanowar abbiano fatto canzoni per motivi assurdi). Una precisazione, in questa breve traccia l'audio è bassisimo e penso che non sia dovuto a qualcosa di pensato, ma a qualcosa di imprevisto. Bene, chiuso il discorso.
La canzone seguente non c'entra affatto con l'intro (che bello), ed è Metal-la-la-la. Racconta di cosa può succedere se si è in docce di soli maschi, e se il cd in questione è Other Bands Play, Nanowar Gay avete già capito di cosa si tratta. Il sunto comunque è questo, c'è 'sto tipo in una doccia che canta una canzone metal (che fa "Metal! La, la, la!", come il titolo della canzone), quando un tipo gli fa notare che gli è caduta una saponetta. Da lì incominciano a sentirsi rumori tipo Psycho e poi lo stappo di un "qualcosa", dopodiché il tipo sotto la doccia molla un urlo alla Eric Adams e continua ad urlare la canzone metal che cantava sin da prima.
Ed ora le cover! La prima è Gioca Trué (cover di Gioca Jouer di Cecchetto) che vuole essere il tormentone dei metallari e forse ci sono riusciti. Poi la canzone sfocia con battute sulla criminalità napoletana. Successivamente una chicca The Number Of The Bitch. Va ascoltata e non recensita, e vi dico che la sola lettura del testo non basta! Non vi anticipo altro, è stupenda! E oltretutto è fatta precisa precisa! Successivamente un'altra loro cover dei Metallica (l'altra era nel cd precedente), anche se loro insistono nel dire che sono stati i Metallica a fare la cover del loro pezzo e ad avere successo a loro insaputa, ed è Entra l'Uomo Di Sabbia traduzione letterale (ma proprio letterale) di Enter Sandman. La canzone è molto simile all'originale ed è molto simpatica. Prima dell'Outrue (simile all'Intrue, solo che alla fine regna sovrana la fantastica frase "Now you've learn english with Nanowar!") c'è a mio avviso la canzone più bella dell'album. È Triumphant March Of The Nanowarrior e mostra tutta la maestosità del vero metallo nanesco grazie a dei lavori canori mooolto simpatici. Ascoltarla, comunque non fa male. Essa racconta la storia di cappucetto rosso che va dalla nonna, ma in chiave True Metal, cioè cappucetto rosso è il Nanowarrior!

Mi scuso per la smisurata recensione, ma era doveroso visto il fatto che molti di voi non conoscono i Nanowar. Vi invito caldamente a sentirvi il cd e a farvi un due risate, ad andare su www.nanowar.it e scrivere sul guestbook "La copertina è colorata divinamente, voglio sapere chi è quel mito che ha colorato tutto con Photoshop 6 a gratis!".
Voglio farvi presente che questo è uno dei "tutti" cd che può piacere e non piacere, quindi se lo dite tra i commenti io vi dico "grazie a 'sta minchia!". Vorrei sentire anche le motivazioni perché, se ognuno vuole dire la sua senza scomodare gli altri, un dialogo non si forma: cerchiamo o quadriamo o triangoliamo o icsiamo di capirci e di non insultarci a gratis. E chiudo con una frase di fattura Manowar: Born to amplify!

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