L'appuntamento recensorio con i Napalm Death si rinnova; oggi vado ad occuparmi di una raccolta uscita nell'Agosto del 1991. Album che metteva un po' di necessario ordine nella loro corposa e disordinata discografia del periodo, andando ad unire storici Ep quali "Mass Appeal Madness" e "Mentally Murdered", uno split album (composto insieme ai diabolici giapponesi S.O.B.), ed il terremotante singolo "Suffer The Children". Per un totale di diciannove canzoni dove predomina il grezzo ed incontaminato Grindcore, punto di forza della band inglese.
E' la voce da orco invasato di Mark "Barney" Greenway" a guidare il crudo scorrere dei primi brani, con l'apice maligno raggiunto nella clamorosa accoppiata "Suffer The Children" e "Siege of Power". Due tra le loro migliori e più conosciute canzoni; ancora riproposte dopo tanti anni in sede live. Un concentrato atomico di inaudita violenza: danze macabre e rabbiose che ti inchiodano nell'ascolto. Una carica primordiale di cinica devastazione.
Sembra impossibile ma riescono ad andare ancora oltre a livello di furia e cattiveria dall'ottavo brano in avanti: ecco riapparire la voce ultra-growl di Lee Dorrian e la chitarra smembrata di Bill Steer (personaggi di una importanza non quantificabile per quanto riguarda un certo tipo di pesanti sonorità). Da questo momento fino alla fine dell'opera non c'è un solo attimo di tregua; dodici schegge impazzite prendono forma. Si inizia con "Rise Above" e si conclude questo breve viaggio giungendo in coma irreversibile all'ultimo brano "Stalemate"; una ventina di minuti che ricordano molto da vicino il loro tremendo e seminale esordio "Scum".
Disco malvagio, che sembra registrato all'interno di una lavatrice da tanto "bastardo" e sporco. Ancora un esempio, uno dei tanti nella loro infinita carriera musicale, di cosa vuol dire estremismo sonoro...CAUSE AND EFFECT...
Ad Maiora.
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