"You Suffer But Why" urla Nicholas Bullen con il suo growl cavernoso. Basso, chitarra e batteria lo accompagnano; il tutto per la durata di 1,5 secondi scarsi (avete letto bene: uno virgola cinque secondi).

Brano tratto dalla prima facciata di "Scum" esordio sulla lunga distanza dei Napalm Death; pietra angolare e ancora colonna portante del Grindcore.

Canzone (canzone?!?) che la band inglese propone sempre ad ogni concerto: una fotonica ed ultracompressa rasoiata in faccia. Putrido Grindcore-Punk.

Racconta Justin Broadrick, uno degli autori del brano e creatore del suono GODFLESH, che nei primi concerti della band riuscivano a suonare "You Suffer" per trenta volte nella stessa sera, davanti a non più di trenta persone.

Ospiti da John Peel, per le famigerate "Peel Session", registrarono una versione più lenta che saggiamente titolarono "You Suffer Part 2".

Nessuno come e quanto loro.

Ad Maiora.

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