Storicamente la chitarra nella musica classica non ha trovato da subito largo impiego. Ha faticato molto rispetto a violini e pianoforti prima di essere riconosciuto come uno strumento dalle grandi e svariate possibilità, o detto in altri termini, uno strumento completo. Nel 700 in particolare stava attraversando un vero e proprio momento di decadenza, anche se, di certo il passato non era stato dei migliori. Fortunatamente però, sul finire del secolo e a cavallo con il successivo ci fu l'inizio di una lenta ed importante ascesa fino ad arrivare agli inizi del 900 con le opere dei ben noti Tarrega, Segovia e Yepes (tanto per citare i più noti) i quali hanno ridato splendore alla chitarra, arrivando al punto da essere considerato a tutti gli effetti uno strumento capace anche di meritarsi intere composizioni.

La storia di tutto ciò inizia con Fernado Sor, sviluppatore di un nuovo stile, capace di sfruttare le possibilità della chitarra e contemporaneamente di assorbire i principi dello stile classico e le scoperte strumentali derivanti dallo sviluppo della tecnica pianistica.
"Il Beethoven della chitarra" come fu definito dal critico musicale francese Fétis, ex capitano dell'esercito spagnolo, Sor accettò di lavorare per il governo francese durante l'occupazione della Spagna, e quando gli spagnoli cacciarono via gli invasori nel 1813 si vide costretto a trasferirsi a Parigi, senza mai più tornare nel suo paese per il timore di essere punito per tradimento.

Qui in Francia tentò la fortuna come compositore di musica più che come chitarrista, ma con scarsi risultati, tanto da indurlo ad una nuova migrazione: Londra. Con la sua permanenza in Inghilterra Sor evolve la tecnica e perfeziona la scrittura musicale, ma tuttavia, soltanto dopo il suo ritorno a Parigi all'età di 49 anni comincia la notorietà ed il successo, complice il suo abbandono totale nei confronti dell'opera e del balletto per dedicarsi ad una intensissima scrittura di raccolte e composizioni, tra cui il celebre "Metodo per chitarra", considerato da sempre uno dei capisaldi della letteratura sulle sei corde.
Sor ha rappresentato (e rappresenta) un infinita sorgente di ispirazione per i chitarristi, ed ancora oggi il suo contributo per questo strumento non è stato eguagliato. I suoi estudios in particolare sono una miscela perfetta di didattica e alta composizione musicale. Non esercizi tecnici fini a se stessi, ma composizioni vere e proprie che contemporeneamente permettono di acquisire padronanza e armonia allargando gli orizzonti compositivi.

L'interpretazione qui da me proposta vede all'esecuzione l'immenso Narciso Yepes di cui vi ho già parlato in precedenza. 24 Studi, che in realtà (come ho detto in precedenza) sono composizioni di tutto rispetto, delle quali non è necessario parlare o cercare di esprimere con parole le melodie e le atmosfere create dalla meravigliosa 10 corde che il maestro Narciso amava suonare. Anche perchè sarebbe veramente arduo trascrivere su un testo quelle che in realtà sono vere e proprie emozioni.

Incredibile come nel tempo le cose cambino di prospettiva. Il "Metodo per chitarra" di Sor è stato studiato, elogiato e tenuto sempre in alta considerazione dal mondo accademico. Nella sua prefazione al metodo Sor scriveva: "Un amatore, si dedica alla chitarra per rilassarsi dal suo lavoro; ha studiato altre cose, si è dedicato a scienze utili, ed ha imparato a pensare da solo, preferendo la ragione alle costrizioni autoritarie. Ed è proprio per questo che può capirmi meglio di chi ha dedicato tutta la sua vita allo studio della musica.". Forse Sor pensava di fare presa nel settore amatoriale dei musicisti, ma il tempo gli ha dato ben altra considerazione.

Carico i commenti...  con calma