Era il 1998 quando la band in questione uscì con "Let Them Eat Pussy", discone dalla vena rock politicamente scorretta, pieno zeppo di anfetamina e tossicoelettricità, che prendeva a pieno le sonorità tanto dagli AC/DC, quanto dal rockpunk più zo(zz)o.

Bene, se esiste una band che incarna il vero spirito sudista fino alle ossa, questi sono propio i Nashville Pussy.

Blaine Cartwright è vestito come un camionista, le ragazze, Ruyter Suys alla chitarra e Karen Cuda al basso, esibiscono grinta, tatuaggi e sessualità da vendere, mentre il batterista Jeremy Thompson picchia come un selvaggio. Esiste anche un quinto elemento nella "banda", il vecchio nonno Jack Daniels che passa di mano in mano durante la session. Il sound è grezzo, puro hard rock ad alta velocità e i testi nacondono gorgheggi sconci e storie indecenti campagnole.

I Nashville Pussy non sono una band per timpani sopraffini, ma degli individui randagi, affamati e incazzati. Vera carta vetrata per i vostri culi molli. Stop.

 

coccagnocca.

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