La New York della seconda metà degli anni '80 è una fabbrica di gruppi durissimi, spesso votati a quella fusione di hardcore punk e thrash metal chiamata crust punk: possiamo citare fra gli altri Agnostic Front, Madball, Sick Of It All, più avanti i fenomenali Biohazard (anche se votati al crossover), oltre naturalmente al gruppo in questione, i meno famosi Nausea.
Formatisi nel 1985, come la stragrande maggioranza delle band hardcore non ha avuto lunga vita; si è sciolta sette anni dopo, nel '92, lasciando un LP ("Extinction", del 1990) e due 7", "Cybergod" e "Lie Cycle". L'album recensito è la prima di due antologie postume uscite nel 2004, dedicata al secondo periodo della band (1988/1992), quello successivo all'entrata del secondo cantante Al Long, che affianca la fondatrice Amy Miret.
Con la sua entrata, la band inizia a evolversi dalla semplice bordata hardcore, sperimentando un sound più lento e cadenzato, più oscuro, spesso vicino allo sludge e al doom metal ("Extinction") senza tuttavia tralasciare le sfuriate iperveloci tipiche del crust caratterizzate dalla voce acidissima della Miret ("Johhny Got His Gun" e "Godless", per fare due esempi). I Nausea, tuttavia, si distinguono dal calderone hardcore per la loro voglia di sperimentare, il loro rimescolare le carte a disposizione, che non sono poi molte, ma certo sono ben giocate; non mancano, inoltre, "assi" che non ti aspetti, come il reggae metallizzato di "Sacrifice". In ogni caso, sia nei pezzi più doomeggianti, sia nei D-beat, i Nausea pestano durissimo: merito della sezione ritmica, composta dal batterista Roy Mayorga (in seguito in decine di gruppi, tra cui Soulfly, Sepultura, Stone Sour, ma anche nella reunion degli Amebix, per restare in campo Crust punk) e dal bassista John John Jesse, fra le altre cose famoso illustratore dello stile di vita punk e disegnatore delle copertine degli album degli Agnostic Front. Sui testi e le tematiche affrontate dal gruppo, invece, non c'è molto da dire: non si discostano molto dalla tendenza delle band punk e thrash metal dell'epoca di dipingere scenari apocalittici ispirandosi alla guerra fredda e alla costante minaccia nucleare ("Fallout"), senza ovviamente disdegnare il caro vecchio attacco a Reagan. Va detto, inoltre, che i Nausea furono tra i primi a parlare dello strapotere della tecnologia, anticipando certi scenari cyberpunk che saranno tanto cari a band come i Fear Factory ("Tech-No-Logic-Kill", "Cybergod", "Electrodes").
Insomma, un prodotto validissimo, un'antologia molto ben costruita di un gruppo non dico fondamentale, ma che sicuramente molti di voi troveranno interessante.
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