Non c'é dubbio che i Necrophobic siano una band da sempre sottovalutata!
Tanti sono i castelli in aria costruiti attorno al quartetto svedese, grandi premesse (e forse anche promesse), addetti ai lavori sulla carta sempre entusiasti della loro proposta, ma alla fine della favola la band non ha spiccato il volo.
Probabilmente, una delle cause di questo mancato decollo è da imputare allo scarso impegno profuso dalle precedenti etichette (Black Mark, Hammerheart) nella promozione ma, ad oggi, dopo il passaggio alla Regain, c'é da augurarsi che `la musica cambi`.
Con `Hrimthursum` non so se si possa parlare di compromesso con il quale la band di Joakim Sterner e Tobias Sidegard ha reso più `accessibile` la proposta o di naturale evoluzione stilistica rispetto al passato, certo è che album come `Darkside`, `The Nocturnal Silence` e soprattutto `Blodhymns`, forse perché più impulsivi, abbagliavano per il loro impatto e per la loro aggressività, mentre con quest`ultimo lavoro si è voluto togliere un po` il piede dall`acceleratore, evidenziando, con frangenti epici lunghi e ariosi, un lato più melodico e meno `estremo`.
A scanso di equivoci, durante i quasi 60 minuti di `Hrimthursum`, nonostante non si gridi al miracolo, non ci si annoia: le sferzate death-black (traccia 2 `Blinded by Light, Enlightned by Darkness`), le parentesi retrò (traccia 5 `Bloodshed Eyes` e traccia 10 `Serpents -Beneath the Forest of the Dead-`) e i contributi più cadenzati (tracce 9 e 4 `Sitra Ahra` e `Age of chaos`) rendono il lavoro ben equilibrato e piacevole da ascoltare, grazie anche ad una produzione curata e professionale.
A prescindere dal feed-back del mercato, questo è un buon album.
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