Questa che state per leggere non è una recensione in senso stretto, dal momento che qualcuno l'ha già fatta e peraltro molto bene. Non pretendo nemmeno che sia una storia, chiamiamola allora un mio punto di vista sul fenomeno Negramaro, da parte di una che può dire "io c'ero".
'000577' esce nel 2004, ufficialmente. In realtà, esce l'anno prima. Musicalmente, i cinque si sono sempre sbattuti, vincendo varie competitions e concorsi per "voci nuove". La loro prima grossa esibizione live fu nel 2003 al primo Coca Cola Live@Mtv a Lecce: davanti a una folla di tutto rispetto, convenuta per scroccare aggratis un set acustico di Alex Britti e uno dance dei Planet Funk, aprirono l'evento proponendo "Solo", "Es-senza" e "Come sempre". Il pubblico rispose con una bordata di fischi roboanti, si era lì per far festa e non per sorbirsi delle lagne oltretutto cantate male... tutto questo per promuovere "Negramaro", uscito su etichetta Sugar e scritto e arrangiato dai ragazzi. Circolava tra noi "indigeni" ovviamente in copie pirata (tanto che pochi potevano descriverne la copertina) e, c'è da ammetterlo, dopo un pò di ascolti non riuscivi a sottrarti al fascino perverso di quei suoni grezzi, che sembravano lottare per prendere il largo, come una farfalla da suo bozzolo. Quelle chitarre rabbiose, distorte, sporche, stridevano con la vocina del cantante, tutta acuti, e finivano per creare uno strano ensemble che suonava poco di pop e molto più di alternativo. Poche ballate, largo spazio al rock "stile Coldplay" (un paragone che non ho mai capito che però in questo caso ci sta tutto). "Negramaro" veniva distribuito in nice price durante le loro serate (ricordo quella di presentazione al Gorillaz col pubblico diviso in due fazioni: quelli che cantavano in coro contro quelli venuti apposta per prenderli a bottigliate), che faticosamente si conquistavano nei live pub salentini.
Poi, un'eclisse: sulla loro strada arriva Corrado Rustici e, passato un anno, "Negramaro" ritorna sugli scaffali con la stessa copertina ma con un nome diverso. Adesso si chiama '000577' (codice merceologico del vino negramaro) ed è tutta un altra musica: innanzitutto viene aggiunta quella che a tutt'oggi per me rimane la loro canzone più bella, "Scusa se non piango" ("Ora che sento il mondo è più forte il vento mentre salgo su. . . chissà quante volte allo stesso vento ho affidato il canto per cullarti ancora un altro po'"). Il resto della tracklist è invariato, ma qualcosa è cambiato nel sound.
L'arrangiamento rusticano ha ammorbidito tutto, come se Coccolino si fosse sdraiato sul cd. Le chitarre non ruggiscono, non sono più incazzate, non combattono con la voce aliena di Giuliano: adesso tutto è più armonioso, più pulito, più coeso. Chi ascolta il primo e poi il secondo ha la sensazione di trovarsi di fronte a una raffinata cover-band: la loro "particolarità" arranca sotto strati e strati di sofisticate apparecchiature tecnologiche che li hanno cambiati a tal punto da farli cadere nel pop. Nonostante questo entrano nelle grazie di Caterina "casco d'oro" Caselli e iniziano a macinare chilometri su chilometri su e giù per l'Italia, allontanandosi da quel Salento nelle cui cantine matura quel negramaro a cui devono il nome. Il resto è storia recente e la conoscete anche voi: quando salirono sul palco a Sanremo, sconosciuti a tutti ma non a noi che sapevamo già da alcuni mesi di quella partecipazione, tutti ci siamo messi ad aspettare quella che è stata una deflagrazione annunciata. Sapevamo che Giuliano, Ermanno e gli altri avevano dato tutto per essere lì e sapevamo anche che, da quel preciso momento, non sarebbero più tornati al Gorillaz a dire, a fine concerto, "Grazie ragazzi, se volete comprare il nostro cd fuori c'è la bancarella". In effetti è proprio così che è andata, usciti dalla nicchia quasi ovattata del semi-anonimato per essere scaraventati in quella poliedrica dimensione tormentonica che ancora fatico a riconoscergli.... nati ragazzi di periferia con la passione del rock e cresciuti semidei del pop italico.
"Mentre tutto scorre" polverizza record di vendita settimana dopo settimana, ma dopo qualche ascolto rivela una banalità di fondo (tranne poche eccezioni) che qui non c'era nè si poteva prevedere. In mezzo, la colonna sonora del film "La febbre" (a Lecce ovviamente sale piene nonostante la pochezza della pellicola, tutti in poltrona orgogliosi della 'salentinità che conquista spazi') e ancora prima Alessandro D'Alatri (poi regista del video "Mentre tutto scorre") che sceglie "Come sempre" come sottofondo dello spot celebrativo dei 50 anni della RAI. Come avrete potuto capire, non un successo arrivato a botte di culo, ma una presenza cercata, ostinatamente rincorsa e caparbiamente ottenuta. Lungi da me esprimere altri giudizi su questi che, prima che cantanti, considero conterranei (e ne sono campanilisticamente e inevitabilmente orgogliosa) e quasi "amici". Certo, si sono svenduti, ma mi fa sorridere vedere i vostri commenti, deBaseriani, che vanno dal "gruppo interessante, si dice siano i nuovi Muse, me li procurerò" del primo cd al "che schifo, questa è la solita merda pop sanremese italiana, a morte i Negramaro" del secondo.
Fateci caso... quello che pochi conoscono proprio x questo forse è alternativo e quindi è bello, quello che è di massa fa schifo perchè lo ascoltano tutti. Il riassunto della storia è questo. Che poi "Nuvole e lenzuola" abbia davvero rotto le palle quest'estate è fatto noto ed è un'altra storia.
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