Radiohead, Coldplay, Muse... questo è ciò che salta alla mente in maniera inevitabile ascoltando "000577" disco di semi-esordio dei Negramaro, sestetto capitanato dalla voce di Giuliano Sangiorgi (autore di musike e testi)
Si tratta di un semi-esordio perché in realtà la band salentina (che porta non solo il nome ma anche il sapore forte e contrastante del vino tipico dell'estremo lembo pugliese) aveva già fatto uscire un cd autoprodotto che conteneva tutte le canzoni ora rivedute corrette e riprodotte in un nuovo cd arricchito e potenziato da un innovativo supporto multimediale.

Radiohead, Coldplay, Muse dicevo... si in effetti non ci sono cazzi... l'intero cd è pervaso da quel tormento tanto caro a Thom Yorke... da quella sensazione di estrema inadeguatezza che trapela dai suoni sempre malinconici e dai testi densi di metafore.
In "Zanzare" il pianoforte iniziale viene letteralmente sommerso dalle schitarrate taglienti (caratteristica peculiare di Matthew Bellamy)... "Mono" ricorda "Uno" (Showbiz) persino nel titolo. Le atmosfere calde e suadenti di Chris Martin invece le troviamo in "Come Sempre" (tipica ballata) e in "Genova 22" (ispirata ai tristi fatti del G8 di tre anni fa).
Ma quindi, direte voi, dove sta l'originalità del lavoro? Beh, dipende da cosa si intende per originalità. Quanti gruppi "Radiohead wannabe" sono nati ultimamente in Inghilterra, Norvegia, Svezia e Francia? Parecchi, davvero parecchi. E quanti ne sono nati in Italia? Boh... è un azzardo dire nessuno? Ecco secondo me va dato atto ai Negramaro di essersi messi a confronto con un canone divenuto ormai imprescindibile nel panorama europeo e di uscire dal confronto con un lavoro onesto e sicuramente godibile.

Essenzialmente "000577" è un cd in cui gli ingredienti sono mescolati molto bene. Ovvio che poi qualcuno storcerà il naso... qualcuno che magari guarda sempre con sospetto ai prodotti italiani, ma la qualità è indiscutibile.
Una menzione speciale va a "K-Money" (pungente anche nel testo) che con il suo basso distortissimo e il folgorante ingresso delle chitarre si aggiudica la palma di mia preferita, e a "Gommapiuma" che mi ricorda in qualche frangente persino gli Afterhours e che si chiude con una tromba acidissima alla Tetes de Bois.

Da brividi... dolce con retrogusto amarognolo...

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