A tre anni dal precedente "La finestra" torna la band salentina con questo "Casa 69" che si presenta come un concept album fondato sulla difficoltà, sempre più consistente al giorno d'oggi, nella comunicazione e nel relazionarsi agli altri.
A mio parere con questo album i Negramaro hanno fatto un salto di qualità sintetizzando un po' tutto il loro percorso artistico ed identificandosi in un sound che li rende facilmente riconoscibili. Ho sempre ritenuto che il segreto del loro successo sia fare musica che può arrivare potenzialmente a tutti , ma ben confezionata senza che l'essere commerciale si tramuti in banalità; in "Casa 69" si nota questo e ci sono anche tentativi coraggiosi di proporre un sound non di primo impatto con qualche sperimentalismo interessante.
"Casa 69" e "Londra brucia" ne sono un esempio: bellissima è la chitarra di Lele nel primo claustrofobico pezzo, meraviglioso è il finale del secondo pezzo con la voce sognante di Giuliano che qui si rende particolarmente malinconica; il rock è molto presente passando da pezzi che identificano bene quel "sound negramante" ("Sing-hiozzo", "Io non lascio traccia", "Manchi" "Se un giorno mai", "Senza te", "Voglio molto di più", pezzo colonna sonora del film di Placido "Vallanzasca-gli angeli del male") a pezzi coraggiosi con venature e riferimenti quasi nu-metal non di facile impatto ("Dopo di me", "Polvere", "è tanto che dormo"). C'è anche "Luna" pezzo rock un po' atipico per i Negramaro che mi ricorda un po' gli ultimi Negrita.
Non manca la melodia a cui Giuliano è sicuramente molto affezionato: "Apollo 11" ci consegna un Sangiorgi piano e voce molto intimo, "Basta così" in coppia con Elisa è impreziosita dall'orchesta del grande Mauro Pagani; e "Quel matto sono io" pezzo bellissimo che a me personalmente in qualche passaggio fa venire in mente il grande Modugno.
Merita anche di essere ricordata "Il gabbiano" canzone-operetta rock che mi ricorda lo stile muse: questo pezzo a mio modo di vedere è un altro esperimento ben riuscito.
Per finire le due bonus tracks: "Lacrime" ballata rock bellissima e viscrale e "Comunque vadano le cose (scusa Mimì)" pezzo acustico impreziosito dalla fisarmonica di Pupillo.
In sintesi un lavoro bellissimo, sentito e sincero che ci consegna una gruppo affiatato che sono convinto offrirà ancora una volta il mglio di sè anche nella veste live, da sempre quella a loro più congeniale come per tutte le grandi band.
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