Poco fa qualcuno mi chiedeva di scrivere una recensione su un disco di cui non si era mai parlato, magari di qualche band attuale che non abbia assolutamente a che fare con i mostri sacri di cui vi ho parlato nelle due passate recensioni. Quindi ho deciso di parlarvi di uno dei pochi gruppi "decenti" che abbiamo in Italia, ovvero i Negramaro. Ero un loro grande fan un tempo, poi con la scoperta della buona musica (quella vera) ho deciso giustamente di accantonarli. Ma vi dico subito che, almeno come la penso io, sono un gruppo rock modesto, che forse ultimamente è caduto troppo nel banale (e cagate come Parlami d'amore lo dimostrano) ma che probabilmente con una casa discografica più libertaria avrebbero potuto fare meglio. Forse il loro disco migliore resta "Mentre tutto Scorre", anche se "La Finestra" senza quegli arrangiamenti un po' troppo pop sarebbe stato davvero un grande disco. Infatti proprio di questo volevo parlarvi: il tour che seguì questo disco vide la pubblicazione del primo live ufficiale, appunto proprio "San Siro Live 2008". Questo disco segna un definitivo ritorno alle origini rock del primo album (e questo si vede anche nel nuovo Casa 69), con brani tratti anche dalla Finestra, ma decisamente più movimentati. Infine la tracklist vede anche l'aggiunta di 5 inediti (anche se inediti nello specifico non sono) ma andiamo ad approfondire meglio questo disco.

L'album

L'apertura è affidata al primo inedito, la conosciutissima cover di Domenico Modugno Meraviglioso, unico singolo estratto. Come reinterpretazione non è affatto male, con un lungo arpeggio di chitarra che apre poi alla roca voce di Giuliano Sangiorgi che rompe il ritmo e introduce il brano; l'originale però, quella del grande Domenico, resta di gran lunga superiore. Beh, nel loro piccolo ci hanno provato, riuscendoci più che discretamente, raggiungendo decisamente la sufficienza. La seconda traccia è Your Eyes-La Finestra, che non è altro che la rivisitazione del brano dell'omonimo album. Qui il disco cala un po', diciamo che, anche in questo caso, è meglio l'originale. In questa versione manca il ritornello che è sostituito da un duetto con Mattafix: bah, meglio passare avanti. La versione elettrica di Solo per te è decisamente azzeccata invece, molto più rock rispetto a quella presente in Mentre Tutto Scorre (anche se non meno bella, a me piacciono entrambe le versioni). Ultimo inedito è la splendida Blucobalto, qui si che si ragiona! Forse uno dei brani più belli che abbiano fatto, ma probabilmente anche uno dei meno conosciuti. Inizialmente lenta e con una ritmica notevole, aumenterà nel corso della sua durata dando ampio sfogo alla chitarra elettrica e alle percussioni. Infine un urlo di Sangiorgi (che in questo caso risulta al posto giusto al momento giusto) porterà la canzone al suo culmine, prima di terminare; buono anche il testo, non c'è che dire. Dopo le prime quattro tracce inedite, si arriva al concerto che viene aperto da La Distrazione, bel pezzo rock con un coinvolgente riff iniziale: molto meglio rispetto alla versione studio. Nella mia stanza (eseguita davvero bene) ricorda invece gli esordi, ai tempi della delusione di Sanremo nel 2005, di Mentre tutto scorre... e si continua proprio con questo brano, proposto in versione molto simile a quella studio (senza infamia e senza lode).

Dopo un breve intermezzo strumentale una chitarra introduce Un passo Indietro, probabilmente la più bella del gruppo salentino. Si passa a Neanche il Mare e Ruberò per te la luna, forse non con dei fantastici testi, ma dalle buoni e coinvolgenti basi strumentali e ritmiche: tutto sommato posso più che andare. Undicesimo brano è Tu ricordati di me, dedicata a tutte le vittime di guerra. Bellissimo brano rock (era uno dei miei preferiti ai tempi delle Scuole Medie). Chiude il live Una volta tanto (Canzone per me), l'apice in assoluto del disco: fantastica in chiave live (bella comunque anche l'originale) ma qui tutto arriva al massimo, mettendo in risalto la creatività dei sei, che allungano anche la durata del brano; Giuliano fa anche uso del falsetto, ma in questo caso risulta tutt'altro che irritante... esecuzione superba. Il disco viene chiuso da una versione lenta di Blucobalto, con la presenza del pianoforte e di un quartetto d'archi che chiudono quest'album nel migliore dei modi.

Conclusioni

Un'album abbastanza scorrevole, di buona fattura. E' stato il mio preferito per molto tempo... (prima che i vari Queen, Pink Floyd e Genesis mi rapissero con la loro musica). Consiglio l'ascolto a tutti, per una volta mettiamo da parte i pregiudizi. Questo live ci mostra un'altra faccia della band, quella più rockettara ed ambiziosa, imparagonabile con le solite canzoni da radio che conosciamo (e che non fanno neanche parte della scaletta dei brani).   

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