Non so come mai qui dentro nessuno si sia degnato di dare al pubblico una piccola, o anche stringatissima dai, o che so, recensione di questa perla datata 2006 ed uscita sotto le luminose ali dell'etichetta italiana forse più coraggiosa che possediamo: la code 666. Mi sembra così strano, che io, ora, a distanza di un paio d'anni, quasi 3 diciamo, dall'uscita di codesto cd, mi accingo finalmente a scrivere tale recensione per colmare questo vuoto, ingiustificabile, proprio per la grandezza musicale insita in questo ultimo parto targato Negura Bunget.
Prima d'iniziare una piccola presentazione del gruppo mi sembra d'obbligo, essendo pur sempre una band di nicchia e sconosciuta ai più: i Negura bunget sono rumeni, vengono perciò dalle fredde lande desolate della transilvania, dove boschi sterminati, lupi, cieli rossi di sangue e vampiri hanno dato il via a leggende impresse nella nostra mente sin da bambini (vedasi alla voce di dracula e simili); questo che mi accingo a recensire è il quarto album, tappa finale di un'evoluzione che iniziò tanti anni fa, fino all'ultimo meraviglioso "'ncrugu bradului", dove i nostri inziavano a sperimentare formule originali e veramente avvincenti, che in quest'ultimo parto si fanno ancora più penetranti e solide, nonchè veramente emozionanti.
Andando più in dettagio, e prendendo in esame il cd qui recensito, i nostri riescono in un'impresa assai ardua quanto splendidamente originale: unire l'emozionalità della psichedelia anni settanta ad un black metal alquanto intricato, originale, pieno di sfumature, caldo anzichè freddo (come la maggior parte dei gruppi scandinavi ci hanno insegnato), oscuro più che mai, completamente esente da quell'immagine satanica che tale genere si porta dietro, bensì irradiato completamente da vaste visioni naturali di foreste ed animali, feroci e imbestialiti dal grado d'ignoranza nei loro confronti di noi tutti uomini, e da bordate ambient soffici e vaste che si vanno ad intersecare alla perfezione nel tutto.
"Om" si fa forza di questa ambivalenza per creare atmosfere uniche, psichedeliche, furiose, grandiose, quasi epiche che si rifanno alla scuola scandinava avant-garde di in the woods, arcturus, solefald e compagnia, ma anche in alcuni frangenti, alla nuova scuola depressive americana, e cioè leviathan e xasthur
in principio; e così, dopo la raggelante intro, si cade in un viaggio mistico, penetrante, quasi fuori dal mondo, con chitarre che prendono letteralmente il volo su giri armonici mozzafiato, e tastiere che entrano in testa prepotenti, denotando la lisergicità di codesto lavoro.
"Om" è un viaggio unico, splendido, e originale, a tratti geniale; tutto il platter è egualmente degno di nota, ma quattro tracce su 11 sono veramente da segnalare e che servono ad innalzare ulteriormente il valore di quest'uscita: la 2- tesarul de lumini, con la sua furia epica e senza freno; la 4-cunoasterea tacuta, con la sua psichedelia piena e da brividi, e con le sue aperture armoniche senza pari ed emozionanti al collasso; la 9-cel din urma vis, con le sue impennate di furia cieca e le sue discese in paesaggi ambient per niente scontati che si risolvono in fraseggi e passaggi armonici geniali ed estremamente esaltanti; ed infine la 10-hora soarelui, dove si inscena una ballata acustica profonda, scossa da improvvise esplosioni di rabbia black, e degna conclusione di questo piccolo gioiello.
I negura bunget sono riusciti a regalarci un capolavoro lontano anni luce da tutto ciò che li circonda e che sa emozionare e tenere desti per tutta la sua lunga durata (67 minuti circa), di difficile comprensione ma che, appena capito ed interiorizzato, sa dare le giuste coordinate per un nuovo modo di intendere l'estremo.
Magnifico!
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