Ambientato in Austria, all'inizio del '900, Edward Norton è un talentuoso illusionista (esoterista?) che diventa famoso con numeri clamorosi. Durante uno spettacolo incontra un suo amore di gioventù, Jessica Biel, ragazza aristocratica diventata erede al trono in virtù del fidanzamento con un rampollo odioso e prepotente. Venuto a sapere della relazione, il principe ordinerà all'ispettore di polizia Paul Giamatti di sbarazzarsi del fenomeno da baraccone.

Il soggetto è potenzialmente molto interessante. Vienna, magie, qualche buon attore, il rapporto tra il raziocinio del potere e l'imponderabilità rivoluzionaria della magia. Se ne poteva tirare fuori davvero un bel film. Peccato per la realizzazione.

La sceneggiatura ha dei meccanismi abbastanza insipidi, e non trova supporto, ne in grandi interpretazioni, ne in dialoghi di particolare interesse. La regia non è cattiva, ma non si può non imputare al regista una generale mancanza di tensione; alcune scene-chiave sono realizzate in maniera davvero anonima. Prima fra tutte la scena in cui si incontrano Edward Norton e la sua vecchia fiamma dopo tanti anni, girata tanto male che in una scena succesiva Norton chiede: 'Mi hai subito riconosciuto?' E lei, come se le avesse chiesto che ore sono: 'Si, ti ho subito riconosciuto.'. E meno male che ce l'hanno detto! sennò sembravano due perfetti estranei! E la storia sentimentale non si scalda per nulla neanche nel proseguimento del film.

Nella seconda parte del film questa carenza emotiva diventa davvero pesante. Gli avvenimenti cominciano a presentarsi un pò casualmente. Non si capisce perchè il principe (un attore dall'inespressività olimpica) si accanisca ancora contro il mago, malgrado la sua onnipotenza. Il mago vuole rovesciare la monarchia!! Ma se il principe comanda tutto e tutti! Ma andiamo! E il mago Edward Norton poi, sempre nella seconda parte, sembra pervarso da una trance inconsapevole, che lo porta a creare illusioni del quale non ha il controllo. Non sembra un protagonista, ma solo un tramite della storia.

Nel finale dovrebbero trovare posto dei colpi di scena; ma la frittata è fatta, e sembrano solo degli escamotage per chiudere in qualche modo la storia. L'ispettore di polizia che è stato sempre un docile cagnolino al guinzaglio del principe diventa improvvisamente critico. Nelle ultime sequenze poi, vorrebbero piazzarci la solita solfa della realtà e fantasia che si confondono, suggerendo chiavi di lettura alternative della storia. Una arrampicata sugli specchi plateale.

Il film si fa apprezzare solo per le belle scene di magia, nel quale sia la regia che Edwart Norton fanno un ottimo lavoro. Mi viene quasi da pensare che lo staff tecnico sia stato differente per queste sequenze. In generale è buona anche la fotografia e la ricostruzione dell'antica Vienna (comunque nulla di 'colossale'..). I due attori principali, Norton e Giamatti, fanno quello possono, nei limiti dei dialoghi e delle potenzialità del regista. Gli attori sono pur sempre degli 'strumenti' che necessitano di musicisti esperti.

Nel complesso, soltanto un film di intrattenimento e una grande occasione sprecata.

 

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