Neil On Impression, gruppo giovane e poco conosciuto di Forli con all'attivo già tre album, "For A New Grammar Of Feelings" (2003), "L'oceano delle onde che restano onde per sempre" (2008) e "The Perfect Tango" uscito nel 2006 per la Grab the Stars, piccola etichetta di Bolzano, e che rappresenta la perfeta unione tra l'inesperienza e ingenuità del debutto e la ricercatezza e costruzione dell'impianto sonoro dell'ultimo lavoro. Il sound del gruppo è caratterizzato dalla presenza di elementi tipici del post rock strumentale con l'inserimento di strumenti classici quali il violino, il violoncello, e i fiati che contribuiscono a creare atmosfere dense e malinconiche quando necessario, leggere e soavi quando il ritmo tende a rallentare e a placarsi. La parte acustica prevale in tutto il disco in cui l'elettronica è praticamente assente, neppure usata marginalmente, il gruppo preferisce infatti l'uso della strumentazione classica e costruisce con questa tutte le atmosfere più importanti.

Le quattro tracce totali che compongono il disco si accavallano l'una sull'altra creando uno splendido gioco di incroci di emozioni e sentimenti che vengono evocati dalle atmosfere create dalla musica sempre all'altezza e di ottimo livello. È ovvio come sempre accade per questi gruppi andare a trovare somiglianze e riferimenti ad altri gruppi della scena post rock internazionale, quindi anche per i Neil On Impression ci si può sforzare di andare a trovare legami con il post rock melodico degli Explosions in the Sky o 65DaysofStatic piuttosto che con i Do Make Say Think o i God is an Astronaut e in effetti i legami ci sono eccome ma come già detto nei riguardi dei A New Silent Corporation vengono metabolizzati e fatti propri. La verità è che ai Neil On Impression non interessa se se suonano rock strumentale e sperimentale o post rock nell'accezione classica quello che è veramente importante è che riescano a creare musica emozionante ed elegante che intrappoli l'ascoltatore dall'inizio alla fine del disco in un mondo parallelo da cui è difficile distaccarsi.

È in effetti questa la sensazione che traspare dall'ascolto del disco, già dalla prima traccia "Stars Paint The Forest Gold" l'impatto con la musica del gruppo è deciso e immediato senza mezzi termini, un vortice di violino e batteria violento e sinuoso accoglie e invita ad entrare nel mondo dei Neil On Impression, un invito a cui è difficile tirarsi indietro, un vortice di emozioni senza pause rallentato solamente dal violino che si calma e riprende vigore per poi introdurci alla splendida "Like Hippos Running To The Moon" dove il pianoforte e il violino sembrano inseguirsi e corteggiarsi. Un corteggiamento malinconico e struggente alla sola luce della luna che dall'alto guarda quel meraviglioso gioco d'amore che esplode ancora con l'introduzione di tutti gli altri strumenti in un assolo trascinante di chitarra elettrica che lentamente lascia il posto di nuovo alle note di pianoforte e violino che si inseguono ora veloci e sfuggenti, ora lente e pacate in un crescendo di batteria sempre più presente che quasi le sovrasta. "The Silent Glance Of Andromeda" sembra quasi introdurci in un mondo ai confini dell'universo dove le nostri leggi naturali non valgono più dove anche le emozioni sanno di un sapore diverso. "The Perfect Tango" la title track e conclusione del disco ci riporta alla realtà, un viaggio interstellare dove lentamente rientriamo in possesso del nostro essere e realizziamo di essere sempre stati sulla terra, di non esserci mai mossi nemmeno di un centimetro mentre la nostra anima cerca ancora di dimenticare quei paesaggi lunari, quelle costellazioni prima cosi vicine da riuscire quasi a toccarle immersi nel vuoto e sorretti dalle note del violino e del pianoforte, e adesso invece cosi lontane. "The Perfect Tango" è anche una sorta di concept-album, si rifà infatti ad alcune tematiche care a Bertolucci, temi intrecciati tra la danza, la morte, la rinascita e la città come percorso di vita, il perdersi e il ritrovarsi come metafore di questo labirinto.

Disco ancora un volta consigliato agli amanti e non del genere, giusto per confermare il fatto che la scena post rock italiana è in continuo fermento e mutamento e oltre i soliti nomi noti come i Giardini di Mirò e Port-Royal molti altri giovani gruppi si affaciano sempre più prepotentemente.

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