Questo disco avrebbe dovuto chiamarsi semplicemente "Music".
Avrebbe dovuto avere titoli completamente diversi per le tracce che lo compongono (eccetto l'ultima, geniale rivisitazione dell'inno inglese/canadese, azzeccatissimo finale di questa storia).
Avrebbe dovuto avere testi riscritti di sana pianta dall'autore. Se tutto questo fosse accaduto, chi, tra voi, si sarebbe accorto del plagio (la rivisatazione dei pezzi è per me talmente personale ed originale che potrei scambiare tranquillamente il tutto per canzoni scritte di sana pianta, e di plagio, comunque, non si potrebbe parlare visto che la musica popolare è, appunto, “di tutti” e quindi ognuno di noi è libero di farla propria)?
Se tutto questo fosse accaduto, saremmo probabilmente tutti qui a gridare al miracolo, alla rinascita, resurrezione, alla mai davvero fine del Nostro. Tutto questo però non è accaduto e non accadrà, ciononostante questo è fottutamente e chiaramente un disco alla Neil Young, oltretutto accompagnato da una delle migliori garage band dell'universo, e questa musica, seppur non sempre ispirata fino al midollo, sarà sempre lieta di accarezzarci le orecchie, di farci vivere un sogno, un'ora di emozioni belle o brutte, amate ed odiate, ma pur sempre vere anche nella loro "non originalità".
“God save the queen”…e se Dio, in questo contesto, è un vecchio orso solitario canadese, la regina è sicuramente la musica…
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