Il 1970 per Neil Young fu un anno molto importante ed impegnativo; l'inizio l'anno precedente della fruttuosa carriera solista, la collaborazione con Crosby, Stills e Nash per l'album "Deja Vu", pietra miliare della storia della musica leggera americana e non solo, la pubblicazione del suo secondo disco solista, "After The Gold Rush", bellissimo album che fece da preludio alla sua opera più celebre, "Harvest". Non solo soddisfazioni personali nell'ambito lavorativo in quegli anni, ma anche fastidiosi problemi di salute, mal di schiena fastidiosi e continui, problemi con le droghe, l'inizio della tormentata relazione con l'attrice Carrie Snodgress ed una dipendenza da antidolorifici che ne minò la salute fisica e mentale.
Anni problematici ma esaltanti dal punto di vista professionale, con splendidi album e concerti importanti e bellissimi, come questo "Live At The Cellar Door", spuntato fuori in questi giorni grazie al bel lavoro di recupero dagli archivi dell'artista canadese. Il "Cellar Door" era un piccolo ed angusto locale di Georgetown, Washington DC, dove nell'autunno del '70 Young tenne quattro concerti acustici, solamente con chitarra e piano, strumento quest'ultimo che, come ammesso dallo stesso cantautore, aveva da poco iniziato a suonare seriamente. Il locale, già celebre per aver ospitato concerti di Miles Davis e Richie Havens, era gremito in ogni ordine di posto quei giorni, troppo ghiotta era l'occasione di sentire dal vivo un musicista interessante come Neil Young, il quale non tradì di certo le aspettative del pubblico.
Il brano che apre il concerto è già un grande classico, "Tell Me Why", un country-rock eseguito dal nostro solo con l'ausilio della chitarra acustica, brano allegro e divertente, ma anche eseguito con il classico "velo di malinconia" tipico del suo stile. La sua voce è sottile, a volte pare debole e sembra perdersi, per poi riprendersi ed esaltarsi nel ritornello. Segue la bellissima "Only Love Can Break Your Hearth", classico dell'album "After The Gold Rush", eseguito sempre con la chitarra; esibizione dolce e struggente seguita da un pubblico in rigoroso silenzio; non si sente volare una mosca, tutti rapiti dalla poesia dell'ex Buffalo Springfield. "After The Gold Rush" vede Young cimentarsi con il piano Stenway presente nel locale e anche qui la delicatezza del brano lascia tutti senza fiato, rapiti dal pathos della meravigliosa canzone. Esibizione da applausi, un senso di struggente malinconia rapisce l'esiguo pubblico in sala. Dopo la celebre "Expecting To Fly" composta alcuni anni prima e punto di forza del repertorio dei Buffalo e la tranquilla "Bad Fog Of Loveliness", Young si cimenta in un inedito, "Old Man", con il tipico ritmo di chitarra che la renderà celebre nel capolavoro "Harvest". Da segnalare anche l'eccezionalmente bella "Birds", sempre suonata con il pianoforte, ed una versione atipica ma toccante della famosa "Cinnamon Girl", proveniente dall'abum "Everybody Knows This Is Nowhere". La versione in studio, elettrica e decisa, lascia spazio ad un'interpretazione col piano più delicata, che mette in risalto il testo e l'armonia. Per essere un novellino al piano Young se la cava molto bene, facendo vedere tutte le sue qualità come musicista.
C'è tempo anche per la celebre "I'm A Child", sempre dal repertorio dei Buffalo e per una rivisitazione acustica di "Down By The River", altro pezzo da novanta del canadese, cantata in maniera sottile e sentita, indubbiamente un'ottima versione. Chiude l'album una perla del repertorio di Young, "Fliyng On The Ground Is Wrong". Solo prima di eseguire quest'ultimo brano il cantautore si lascia andare a qualche parola col pubblico, spiegando che il brano parla di droga (qui uno del pubblico applaude e si lascia andare ad una sonora risata di approvazione), spiegando che tratta del difficile rapporto tra chi ne consuma e chi no. Mentre spiega al pubblico il significato del brano, si diverte a fare rumori e suoni strani col piano, provocando le risate generali dei presenti in sala. Pezzo morbido, delicato, con una melodia che ti entra subito nella mente, semplice ma efficace.
Ottima testimonianza del grande talento come cantante e come musicista del cantautore, capace di rapire l'ascolto dei presenti oltre che con le sue qualità, anche con testi profondi e grande carisma, che lo consegneranno di diritto nella storia del rock.
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