Neil Zaza è un nome che (purtroppo) a molti non dirà granchè, nonostante ci troviamo di fronte ad un signor chitarrista! Uno che ha suonato con Vai e Satriani e che per i suoi cd può permettersi di chiamare gente come Michael Antony e Jordan Rudess... Immaginate un Joe Satriani meno sperimentale, ma ancor più melodico, sullo stile di "The Forgotten pt. 2" e avrete un'idea del suono di Neil.
Pulitissimo in ogni passaggio, privilegia la melodia senza però andare a discapito della tecnica; in "When Gravity Fails" si sentono un po' tutte le tecniche che uno shredder deve saper padroneggiare, tapping, bending, un bel po' di sweep picking, ma nessuno di essi appare fuori posto o forzato, cosicchè questo è uno dei pochi cd completamente strumentali che risultano fruibili anche per un pubblico di non chitarristi senza risultare noioso.
In "When Gravity Fails" ogni traccia è una perla, quindi inutile parlare delle singole una per una, ma cercherò di indicare le migliori in assoluto. Quando sullo stereo compare il numero 3 si capisce che chitarrista incredibile sia Zaza a livello di tocco e feeling: "Cinematic" è l'apice del disco, una musica coinvolgente e struggente al punto giusto, in una parola stupenda! Segue "In My Dreams", molto atmosferica. Zaza dà il meglio di sè nelle power ballad, ancor più che nelle sferzate rock. "Celestine" è un altro esempio di tocco sofferto e di melodia da lacrime. "Heavyosity" la segnalo per il lavoro di Rudess, che qui sembra una versione demoniaca di Jon Lord. Se poi preferite all'atmosfera soffusa delle power ballad il tipico feeling hard rock, ascoltate "Ultra" o "Something Aything" oltre alla già citata "Heavyosity", canzoni tecnicamente perfette e con un tiro micidiale.
In conclusione Neil Zaza è un nome da diffondere, troppo poco conosciuto nonostante la bravura come strumentista (eccezionale) e la musicalità dei suoi lavori (eccelsi)!
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