Li ho scoperti oggi, i Nektar. Pionieri del prog teutonico.

Beh, erano (quasi) tutti inglesi. E si sente.

1973. Una suite di grandi dimensioni; prog da ballare. Prog "potabile".

"Remember The Future".

Atmosfere settantiane di ampio respiro, un'opera progressive in piena regola, sì, ma a metà tra teatro, sala da ballo e arena. Eclettismo: si spazia da generi ballabili a coinvolgenti coretti a sezioni che ricordano ora gli Yes ora i Genesis, il tutto reso però molto personale ed originale. Stile narrativo in forma di suite che rende l'opera forse leggermente pesante, come d'altra parte tutte le cose prog di questo tipo; moltissimi spunti, una buonissima abbondanza e gusto nella composizione, maestria ritmica e solistica.

Il lavoro, composto di due macrosezioni contenenti a loro volta vari brani, ha comunque la durata complessiva di 35 minuti. Il tema iniziale ritorna nella conclusione e racchiude come in un anello l'intera opera.

Il tema di un bambino cieco che interagisce con una creatura extraterrestre rientra perfettamente nello stile delle lunghe composizioni rock proprio di quegli anni, spesso ispirate -vedi ELP, Genesis, ecc.- da suggestioni fantascientifiche.

Un quattro stelle non glielo toglie nessuno.

Carico i commenti...  con calma