Ombre nere si allungarono sulle mie dita, che violentavano la tastiera del mio portatile bianco. I polpastrelli saltellavano con insistenza da una "t" a una "g" con il suono forte e potente di come quando si percuote un'asta di ferro in reverse.
"Che cosa volete voi? Demoni del cielo! Lasciatemi scrivere in pace" dissi io sorridente e felice, ma anche angosciato e con il cuore sospeso tra il terrore e l'euforia.

"Smettila di scrivere, Davide! Sei un coglione, ecco cosa sei!"
"Ma andatevene! Reietti! Voi siete ombre perchè non avete vissuto intensamente la vita, ecco perchè!"
"Cerchiamo solo di darti solo dei consigli. Tu sei pazzo. Ormai il tuo senso della responsabilità ha appeso un cappio attorno al tuo intestino e lì si è arreso con morte soffocante"

"Ma che diamine dite?"

"Come fai a recensire Nelly Furtado? Tu sei un pazzo. Ascolti la musica in modo altalenante. Passi dai Naked City a Michelle Branch come un nonnulla, Masonna e poi Nelly Furtado, Diamanda Galas e Jewel. Meriteresti l'ergastolo o se non altro un coma etilico."

"Ma lasciatemi scrivere, santo paradiso! Devo respirare, concentrarmi, assaggiare quel fascinoso gusto di grazia, riempirmi la bocca di fragole, lustrarmi un poco e comprendere. Ho bisogno di trovare l'essenza in ogni cosa. Se voi non comprendete il mio, quello che voi chiamate "altalenare" allora andate a quel paese. E che sia finita. Ora ho bisogno di parlare del disco".

Estrassi "Folklore" dalla mia infinita mensola di cd musicali, posto accuratamente dietro "Schrei X" della Galas e cominciai a pensare a quanto, un tempo questa cerbiattolina dagli occhietti azzurrini possa avermi emozionato. Non lo ricordavo. Fatto sta che ero, e sono, totalmente sicuro che lei fosse una delle realtà più interessanti del pop mainstream. Il suo era pop fresco, con impennate di folk e suoni urbani ed elettronici, e quel pizzico di tradizione a rendere tutto fascinosamente magico. E basta col dire che non sapeva far nulla. Ammettetelo che Nelly, pur non piacendovi, è comunque una delle popstar più talentuose e fresche del pop più smaccatamente mainstream. Certo, la delusione fu totale di fronte a quel "Loose", così elettronico, così poco folkloristico e così tanto modaiolo, trendy e come tutte le mode destinato a morire. E ancora più delusione di fronte alla sua nuova canzone, il cui titolo mi sfugge: un ritorno al folk ma privo di quell'anima così feroce e dolce allo stesso tempo che caratterizzava "Whoa Nelly!", ma soprattutto "Folklore".

"Folklore", appunto. Forse non un album memorabilissimo, ma senza dubbio riuscito. Piacevole, coinvolgente e vagamente poetico.
E' pop, semplice pop, ma non stupido, tutt'altro. Qui Nelly si supera donando tutta se stessa in canzoni efficaci, in grado di riunire con un fascino quasi alienante elementi contemporanei- il ritmo, quasi lisergico e fortemente ed elettronicamente distruttivo- e quelli del passato remoto- archi, chitarre folkloristiche, banjo e ukulele ("Powerless", "Força") , realizzando un connubio tremendamente riuscito e ad impatto riuscendo nell'obiettivo di creare melodie 'da radio' ma contemporaneamente di uscire dai canoni della merda odierna, fuggendo da ogni presupposto mediocre e finalizzando il proprio essere genuino con una semplicità quasi estranea dalla nostra frenetica società occidentale. 

E poi c'è "Try" l'inno d'amore e vita, così dolente e delicato e fasullamente furbo, sostenuto da un carillon quasi impercettibile e da un intrecciarsi di chitarre acustiche pronte ad avvolgere il cuore con un impeto quasi doloroso e virgineo. E "One Trick Pony", ritmata e caraibica verso un tramonto senza fine. Un' Estate senza fine. 

Un disco caldo, seducente, due spanne sopra le nuove divette finte e più portate verso l'immagine (guardate Lady Gaga: un completo fallimento sia musicalmente che fisicamente parlando, eppure così trendy e patinata da avere presa diretta) che ormai ci invadono, susseguendosi a ritmi ormai invalicabili.

Troppo facile dire che "Folklore" faccia schifo. Troppo conforme all'ideale di massa del pregiudizio. Troppo, punto.

It's only pop but we (I) like it. 

De gustibus. 

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