Brutali ed esasperati come pochi altri in campo technical-death metal, ecco che fanno capolino, nel 2004 con questo bellissimo "Sideral Passage" i Neoplasmah. Provenienti da una terra, quella del Portogallo, già patria di band come gli arcinoti Moonspell, la band si conferma l'ennesima sorpesa proveniente da una terra che ha visto la nascita di un movimento death che sta portando alla luce numerosi gruppo di grande caratura.
Formati da Sofia Silva (voce), José Marreiros (voce e chitarre), Vitor Mendes (chitarre), Rolando Barros (batteria) ed Alexander Ribeiro (basso), i Neoplasmah colpiscono già ad un primo ascolto per la musica proposta: distante anni luce dal classico death tecnico con tinte melodiche e jazzate tanto care a bands storiche quali Cynic o Atheist, ma altrettanto lontano dal sound di gruppi più moderni quali i Nile, questi cinque portoghesi suonano invece decisamente più vicini al movimento canadese, risultando quindi, seppur tecnici, estremamente diretti e violenti, privilegiando un approccio alla musica molto più vicino al metal.
Composto da 11 episodi di durata medio-corta (la canzone più lunga, "Vortex Voyager" arriva a 5 minuti e 23 secondi), il disco suona da subito, seppur dotato di strutture complesse, assoli di chitarra e basso a fulmicotone, estremamente diretto, violento, volendo quasi scarno, con ritmi sempre serratissimi, riffs che si inseguono uno dopo l'altro, senza lasciare un momento di tregua, e un growl particolarmente violento, che assume in alcuni frangenti tonalità tanto gutturali da ricordare da vicino la voce di Chris Barnes ex-Cannibal Corpse. E' così quindi che si inseguono, senza un attimo di tregua, momenti di grande qualità quali la opener "Interplanetary Inner Sanctum", dotata di un mood oscuro e violento, che riporta alla mente quanto già sentito sui lavori dei Neuraxis, o ancora i 3 minuti e 14 secondi della thrashy "Enter The Void Of Spectral Velocity", forse il pezzo più scarno e sanguigno dell'intero platter. Da citare ancora, il duo "Interstellar Experiences", pezzo strumentale all'interno del quale i Neoplamah si concedono qualche virtuosismo in più, specie per quello che concerne il reparto chitarristico con un assolo finale davvero splendido, e "Out Of Void", pezzo introdotto da una batteria distorta, giocato tutto sulla velocità più becera che non lascia all'ascoltatore neanche un attimo di respiro.
Naturalmente non tutto ciò che è presente in questo lp brilla come l'oro: si nota infatti come la voce alle volte sia troppo distorta e suoni forse poco naturale e alle volte fuori luogo in un contesto musicale come quello dei Neoplasmah; da sottolineare anche la pessima qualità di registrazione del disco, che influisce in maniera negativa specie per quanto riguarda la batteria (alle volte suona troppo finta e plastificata) e soprattutto il basso, che va e viene.
Ultima considerazione da fare riguarda i testi davvero splendidi, che trattano ora dello spazio e del cosmo, ora della complessa mente del genere umano. Nonostante, dunque, i difetti citati in precedenza, non troppo veniali ad essere sinceri, questo "Sideral Passage" resta comunque un prodotto di qualità davvero buona, capace di portare una ventata di freschezza e violenza, all'interno di un panorama, quello del techno-death, che alle volte si perde in esperimenti davvero poco invitanti.
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