Vola o muori. (2004) Niente mezze misure per Pharrell Williams che con la velocità con cui è arrivato al successo ha smesso di camminare da un bel pezzo. Comprai l'album per due motivi: il primo è che Pharrell è uno dei più acclamati e promettenti giovani autori americani dell'ultimo decennio, almeno secondo ciò che sentii su MTV. La seconda è che questo esile tipetto sfornava pezzi su pezzi con una velocità impressionante, e molti cantantucoli, come Justin Timberlake, Gwen Stefani e via dicendo devono un po' il loro "rilancio musicale" all'inventiva di questo genietto. PW è autore di testi e musica si possono percepire suoi lavori si avvertono contaminazioni di ogni tipo. Un po' di pop, bagnato dal funky, un po' di acid, un po' di rock, un po' di rap, blues… un connubbio, una commistione di suoni abbastanza originale, un passo in avanti verso orizzonti un po' meno orizzontali.

Producer, cantante, musicista, imprenditore, uomo immagine, discografico. Non è affatto semplice descrivere una personalità poliedrica con il suo tocco magico Williams ha contribuito a cambiare la faccia della musica pop e hip hop a cavallo dei due millenni. Per anni arrangia e manipola da dietro le quinte la musica - di gente come Britney Spears, Justin Timberlake, Lenny Kravitz, Nelly e tanti altri - ma in realtà poco alla volta Pharrell è coinvolto in tutti gli aspetti del musicbiz: fonda una label autonoma (la Star Trak), duetta con Snoop Dogg sfoggiando un delizioso falsetto e mette in piedi una band pop-rock, i N.E.R.D., con cui intraprende un tour mondiale.  

Con i  N.E.R.D. (acronimo di No-one Ever Really Dies), ho potuto finalmente approfondire la sua reale capacità innovativa, la sua forza creativa e mi sono ritrovato in mano un albumetto da cui mi aspettavo davvero tanto, in termini di soddisfazione musicale. Purtroppo, a parte il suono birbante e funky-rock di Fly or Die, la fanciullesca e ludica Jump, il divertente singolo She want to move (con buone influenze trip, ben arrangiato), un soft rytm & blues in Breakout non ho trovato grandissima innovazione. Qualche spunticino, qualche buona nota, pezzi graziosi, schitarrate pulite, tante contaminazioni, ma anche un po' minestra riscaldata.

Peccato. Insomma, cantautore prolifico, se vuoi brillante, adatto al panorama pop, ma nulla di speciale. 20 euro spesi per il cd, ne valeva 10. Mi direte anche voi…

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