La ragion d’essere del “Live a El Paso” va ricercata non tanto nel suo valore artistico oggettivo, quanto piuttosto nel suo significato storico. Preso a sé, fuori contesto, non è niente di speciale: poco più di un bootleg autorizzato, registrato con gli scarsi mezzi a disposizione, con una qualità che definire “amatoriale” è rendergli onore. Eppure, col tempo è diventato probabilmente il live più famoso nella storia del punk italiano. E’ il concerto di Luca Abort vestito da nazi, il concerto del famosissimo discorso della “Società nazista”, che per la scena hardcore tricolore equivale grossomodo al Discorso della Montagna. E’, soprattutto, la testimonianza dell’ultimo concerto dei Nerorgasmo con Abort alla voce.
“Nerorgasmo” è stato l’ultimo, grande capolavoro della gloriosa Saga dell’hardcore italiano anni ’80, il canto del cigno che chiude il cerchio, il requiem prima di passare il testimone alle nuove leve: il 1993 è infatti anche l’anno di “Pislas” della Paolino Paperino Band, di “Giugius” dei Senzabenza, dell’esordio dei Derozer e dei Crunch, tutte band che hanno segnato il decennio. E se “Nerorgasmo” ha rappresentato la morte di una scena in favore di una nuova, il “Live a El Paso” è la pietra tombale, il funerale a cui partecipano tutti, veterani e neofiti; non a caso Abort, nelle altre registrazioni del periodo, inizia ogni concerto salutando “tutti i kids della città, da quelli nuovi, quindicenni, a quelli che c’erano dall’inizio”.
Sul live in sé, come già detto, non c’è moltissimo da dire. E’ una fedele istantanea dei concerti di reunion che hanno coronato la pubblicazione del loro unico LP, dal quale vengono riproposti quasi tutti i pezzi (mancano, inspiegabilmente, Nato morto, Ansia e Io mi amo, mentre Spirale e Banchetto di lusso vengono suonate una seconda volta nei bis) conditi da un pugno di cover che pagano pegno alle influenze della band (Sex Pistols, Stooges) e dagli intermezzi di Abort col pubblico, che dimostrano definitivamente come Bortolusso fosse un frontman di raro carisma all’interno della scena. Nerorgasmo, Distruttore, Giorno, Passione Nera, Freccia, Mai Capirai ripresa dai Blue Vomit; le canzoni le conoscete tutti, per cui non mi dilungo e mi limito a dire che dal vivo non perdono un grammo di energia rispetto al disco. Dispiace un po’, quindi, che la gran forma della band venga penalizzata dalla rozzezza delle registrazioni, inferiore anche rispetto ai già bassi standard del punk underground; eppure, è un difetto trascurabile rispetto al miracolo di avere la testimonianza diretta di un momento cruciale nella storia del punk italiano.
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