I primi lavori dei Neuronium rappresentano un approdo sicuro per gli amanti della scena elettronica: "Chromium Echoes", quinto album della formazione di Michel Huygen, esce nel 1982 e può essere considerato un esempio canonico di elettronica tradizionale, così come si era affermata tra metà e fine anni '70. Che il nome di questo gruppo spagnolo sia circolato così poco tra gli appassionati del genere, almeno in Italia, resta un mistero.

Ascoltate "Prelude", in apertura: una melodia assassina che ti entra in testa appena la senti e non ti molla più, ripetuta ad libitum su un arpeggio di chitarra acustica di Carlos Guirao. Un breve episodio ma significativo per la sua qualità, preludio appunto dei due più corposi brani che seguono.

La title-track è introdotta da una voce distorta col vocoder che presto lascia spazio a un tappeto armonico di sequencer: su questa base inizia il valzer degli assoli di Michel Huygen, protagonista alle tastiere. Articolato in un paio di episodi principali, il brano è una grintosa sequenza di paesaggi sonori, 14 minuti di vivacità ritmica e di freschezza melodica.

L'inizio del terzo brano, "The Neutron Age", è più pacato e riflessivo, ma dopo sette minuti entra un fraseggio più teso e serrato, con liriche tastiere in sovrapposizione, fino a che gli assoli ai synth, particolarmente acidi, riportano il pezzo alle coordinate più consuete. Prima della conclusione, c'è spazio per l'entrata della voce che intona un paio di strofe di una sorta di canzone cosmica su un tenue giro armonico; infine, un nuovo synth solo porta a termine i 18 minuti del brano.

"Chromium Echoes" è un album di ottima fattura. Senza contenere novità dirompenti, assimila e rielabora in modo personale i più consueti tratti stilistici dell'elettronica di quegli anni. Una solida introduzione per chi volesse (ri)cominciare l'esame del "caso" Neuronium.


  • ProgRock
    9 mar 10
    Recensione: Opera:
    Molto interessante, per ulteriori ascolti "cosmici" terrò sott'occhio le tue segnalazioni.
  • blechtrommel
    10 mar 10
    Recensione: Opera:
    Loro li hai già recensiti, vero? Sembrano sempre interessanti
  • aries
    12 mar 10
    Recensione: Opera:
    Mi fido di te.

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