La vecchiaia arriva per tutti. È l'unica cosa certa che ci è rimasta, l'unica inevitabile.

La vecchiaia non è solo avanzamento dell'età, quanto acquisizione di una nuova consapevolezza e ritrovamento, accrescimento dello spirito.

Vecchiaia è anche declino. Decadimento. Ed è nel decadimento che si trova il proprio onore. Una medaglia al valore data per tutto ciò fatto in vita, ma ora è tempo di fare i conti col tempo che, irreversibilmente, non cessa di avanzare. E di farlo a testa alta. Onorevolmente, appunto.

Persino per i Neurosis sembra essere arrivato il momento, e loro lo sanno meglio di noi.

È ormai da 25 anni che sono sulla scena, cantori dell'apocalisse e della disgrazia umana, del nostro flagello e l'autopunizione che ci spetta, che ci meritiamo.

In venticinque anni sono passati da ogni cammino tracciato da uomo, aprendone inconsapevolmente di nuovi per i propri (forse illegittimi) pargoli che di lì a poco sarebbero passati di là, ricalcandone le orme.

L'irruenza urgente di quell'adolescenza (innocenza) che caratterizzava i primi due album. "Pain Of Mind" e "The Word As Law", che c'entrano poco con i successivi musicalmente parlando, quanto anche concettualmente. Innocenti, come già detto, al riparo dalle ombre di questo maledetto mondo che conosceranno soltanto in futuro. In questo mondo di ombre, ci nascondiamo nella luce. E così facevano anche loro.

"Souls At Zero" mostra già i segni dell'instabilità dovuta alla cognizione di se e di ciò che ci circonda. Nevrosi, che tiene fede al nome che si sono scelti di portare. L'ossessione comincia a impossessarsi di loro, impotenti, incapaci di difendersi ormai, usciti dalla protezione della luce. Comincia la lotta con se stessi.

"Enemy Of The Sun" li spinge nel baratro, dove la luce non potrà raggiungerli più. Il resoconto del loro inferno privato, che reclama le loro anime, e a cui non possono sottrarsi. Fuoco, macerie, strazio, dolore, impotenza di fronte a questo grande Tutto. L'ombra se li è presi e non li restituirà.

"Through Silver In Blood" è la fine delle cose. Tutto viene risucchiato dal baratro, il baratro in cui loro stessi finirono a loro tempo. E lo stesso baratro verrà risucchiato dal Niente, il Niente che costituisce l'eternità, l'eternità fatta di ombre. Quella a cui saremo condannati, dove la luce non esiste né è mai esistita. Tutto si chiude nelle fiamme, fiamme che bruciano fredde, fiamme che non illuminano ma invece oscurano. E la nostra esistenza stessa si fa non-esistenza.

"Times Of Grace" è il terremoto. Quel terremoto interiore che fa tornare la luce, seppur solo in spiragli. Si è ancora sepolti sotto le macerie, ora bisogna scavare verso l'alto. Bisogna tornare alla luce.

"A Sun That Never Sets" è quel ritorno alla luce. Ma è una luce diversa, non più rassicurante. La luce di quel sole che mai si posa è ostile. Così come l'ambiente in cui si è giunti dopo aver scavato.

Il nuovo mondo è inospitale, la lotta per la sopravvivenza è cominciata.

Ed è lì che l'istinto dell'uomo si palesa nella maniera più pura.

"The Eye Of Every Storm" è la desolazione interiore, quella dell'anima. Ma anche del mondo esterno.

Il sole è, alla fine, tramontato. La luce è sparita di nuovo, lasciando posto a un cielo vuoto. Si continua a vagare, ma la meta pare non esserci, come non c'è neanche un fiume che possa riportarci a casa. A un passo dalla resa...

"Given To The Rising" è il raggiungimento della fonte. Lo spirito non si è arreso, nonostante fosse lasciato a errare nel deserto, in un mondo che è quanto più si avvicina alla reincarnazione della Morte stessa. È alla fine trasceso. Luci l'hanno spinto nel riflesso di un buco nero, un buco nero psichico che l'ha portato all'Origine.

Alla fine è arrivato il declino. E dopo tutto ciò, il viaggio per la sorgente (At the well...) si deve compiere decorosamente.

Questo è "Honor Found In Decay". Confrontarsi con l'inesorabilità del tempo, dopo il tormento della vita, con onore. Raschiare il catrame dalla propria vita passata e farlo bruciare lontano.

Ma le ombre stanno tornando, e rivendicano la proprietà della tua anima. E tu puoi solo prepararti, per tornare da loro. Con dignità.

Anche questo è "Honor Found In Decay", la dignità ultima dei Neurosis. Rimasti fedeli fino alla fine, senza mai abbassare la testa. Forse questo disco non sarà (qualitativamente parlando) all'altezza dei fasti passati, ma è l'espressione più sincera di ciò che è adesso (e che è stata) questa entità.

Lo strazio non c'è più, le urla non esprimono più dolore, ma la semplice consapevolezza di essere finiti e di aver finito.

La musica non graffia più, non fa più male, nonostante la pesantezza. Perché è pesantezza dovuta alla stanchezza.

Il sole è infine tramontato, e con lui i suoi portavoce.

È il riconoscimento dei propri limiti. È la vita che ti passa davanti agli occhi l'attimo prima di morire.

Perché la morte si avvicina.

Ma non si abbandonerà la propria dignità e il proprio onore.

Ormai bisogna solo levare l'alba, e dirigerci verso di essa.

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