Quale miglior titolo per descrivere l’attuale situazione che sta vivendo l’Italia se non “Same Old Shit”? Parole che sembrano andare controcorrente rispetto a chi – dall’alto – vede segnali di ripresa, senza rendersi conto di ciò che succede nella vita reale. Quotidianità e vita di strada invece sono da sempre temi cari al movimento punk-rock e proprio da questo stile prendono forma i NeverAlone, attivi dal 2009 e con un disco di debutto già all’attivo.

“Same Old Shit” è una produzione che riflette la maturità dei suoi creatori, musicisti che hanno passato l’adolescenza divorando ciò che andava per la maggiore negli anni ‘80/’90 e arrivando oggi con un bagaglio d’esperienza talmente ampio da renderli disinvolti ed efficaci. I punti forti di questo album sono sostanzialmente due: qualità e varietà. Cose non da poco di questi tempi ed è effettivamente così. La prima si evince dalla cura posta nella struttura sonora di ogni canzone, le melodie sono ben equilibrate come anche le parti vocali che – a modo loro – caratterizzano l’intero lavoro altalenando momenti carichi di pathos ad altri più speranzosi. D’altra parte non poteva che andare così visto l’impegno sociale e personale riposto dai Nostri nei testi, mai scontati e attenti a comunicare nella giusta maniera il messaggio.

Come detto in precedenza un altro punto a favore dei NeverAlone è la varietà della proposta, all’interno del disco trovano infatti spazio scenari tipici del punk-rock vecchia scuola, ciò che è stato introdotto dalle band Fat Wreck di metà anni ’90 e persino dell’hardcore melodico californiano, il tutto senza mai confondere l’ascoltatore. Un risultato ottenuto grazie a esperienza e passione verso il genere proposto, non ci sono dubbi. Una bella sorpresa per il sottoscritto e spero anche per chi ama confrontarsi con produzioni alternative degne di nota.

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