Nella Londra di inizio 80 oltre alle band più note che hanno tramandato ai posteri le proprie gesta c'era un gruppo che non riuscì a sfondare (come d'altra parte tanti...) e terminò la sua carriera dopo soli tre album. La fredda accoglienza che ricevettero in America i loro due ultimi lavori li portarono definitivamente a chiudere i battenti.
Una spiegazione a questo fenomeno può essere quantomeno abbozzata. La miscela di sintetizzatori e drum-machine che spopolava in quel periodo si rifaceva ad un suono techno-cratico, che prendeva spunto dalla grande lezione dei Kraftwerk per creare un ballabile robotico, con un suono sintetico molto "aperto", pulito. Insomma, era il cosiddetto techno-pop. L'emblema di questo movimento erano i Depeche Mode. Cosa producevano invece questi pionieri inglesi, che pure avevano una netta qualità ballabile, che non andava? In fin dei conti anche gruppi molto mediocri riuscirono, seppur per qualche mese, ad avere il loro momento di gloria. I New Music, soprattutto quelli di Warp, avevano un suono diverso, un battito potente come non se ne sentivano in giro, una voce non filtrata da vocoder "meccanici", ma da un'effettistica diversa, che emanava calore, e non freddezza come dettava la moda del tempo.
La tecnica era piuttosto quella di sovra-incidere e mandare in loop, creando spesso dei veri e propri "jingle". Gli arrangiamenti non erano glaciali, ispirati al futurismo, di futuristico questi non avevano nulla. Non avevano nulla nè delle pose decadenti, nè degli abiti ultra-dandy della compagnia. Ebbene signori, i loro suoni erano quanto di più vicino alla house-music si fosse sentito all' epoca. Certo, i mezzi che possedevano erano molto limitati, si sente il suono vetusto del " basso Roland " ad esempio, ma questo disco è invecchiato benissimo.

Oggi, paragonato ad un concorrente del 1982 non teme confronti. La "scoperta" (come molte scoperte) penso sia avvenuta inconsapevolmente. Il loro obiettivo, credo, era soltanto quello di fare della musica "diversa" dal solito, che suonasse meno omologata. Ebbene, ci riuscirono in pieno. Il pubblico però, non era pronto ad una simile svolta (si tenga presente che siamo nel pieno boom del genere techno-pop), e ricompensò il terzetto con una totale indifferenza.
Non si accorse che "Hunting" era 10 anni avanti rispetto alla media, e che in futuro sarebbe sembrata come un mix tra i Primal Scream di Screamadelica e i Daft Punk di Homework. Non poteva sapere che la title-track possedeva l'essenza dell'house-music, quello spirito edonistico e quel "calore elettronico" su battito ripetitivo che caratterizzano il genere.
E che dire della strepitosa venatura ambient da "chill-out room" di "24 Hours From Culture-Part2 ", concessa gentilmente dalla Sony come bonus track? Ovviamante non tutti i brani sono così felici, ci sono anche momenti noiosi, o comunque meno "anticipatori". Ma si tratta senza dubbio di un album da riscoprire assolutamente. Peccato che ancora oggi, sia disponibile solo per il mercato giapponese, e questo la dice lunga sulla considerazione commerciale della band. Ma se vi capita di ascoltarlo non esitate. Rappresenterà una gradevole sorpresa.
Quando si dice azzeccare il nome di un gruppo...

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