Una recente discussione fra amici faceva emergere quanto fosse introspettiva l'attuale musica indie, attribuendo le colpe soprattutto alla società depressa incapace di dare nuovi stimoli all'ambiente musicale. Ma "International Affairs" è proprio un disco di indie-rock, e i New Roman Times un gruppo capace di andare in profondità, probabilmente caratteristica di vitale importanza quando si nuota in un mare pieno di artisti dalla sensibilità fin troppo ostentata.

Originari di Denver, abbandonano subito l'idea di gestire un negozio di abbigliamento vintage per dedicarsi anima e corpo alla musica e l'EP d'esordio "Brighter Days Darker Nights" li porta a dividere il palco con The Rapture, Death Cab for Cutie e The Raveonettes. Questo disco è un intreccio di suoni che provengono dalla new-wave anni 80, ma a differenza degli odierni gruppi che tentano di sporcare la sofferenza con una semplice melodia da dare in pasto ai remix, qui le canzoni sono chiuse in stanze polverose e piene di ragni assonnati (vi ricorda niente questa immagine?).

Sono 9 brani che scorrono in appena 37 minuti, intensi e raffinati che alternano la voce sensuale di Jodie Fluri e quella sofferta e soffocata del marito Daniel Owens; "Reversion Therapy" e "Dis-viscount" si divincolano grazie a lampi di chitarre che riproducono il suono nevrotico delle nostre città mentre "The going away gift" con il suo incedere pop ricorda da vicino i Pixies rallentati e sognanti. "A scene fom the disco era" richiama alla mente gli Interpol di "Turn on the Bright lights", l'elettronica "Leave the Atmosphere behind" e la conclusiva "Absolute beginners"invece hanno la capacità di rispolverare quel dark-rock caro ai maestri Cure (ecco che l'immagine ora si modella nella vostra testa).

Una gioventù depressa, ma ancora capace di stimolare la mente e il cuore.

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