Dopo quarant'anni di carriera - fatta di divisioni, alti e bassi, luci ed ombre, capolavori e momenti più "easy listening" - tornano i New Trolls con i leader Nico Di Palo e Vittorio De Scalzi, a cui si affiancano i nuovi componenti della band. La band genovese torna con un nuovo lavoro e per farlo sceglie la strada più difficile, quella del ritorno al progressive ed in particolar modo, il ritorno a quel "concerto grosso" che è stata una delle tappe fondamentali non solo del gruppo ma della musica italiana più in generale.
Il disco è molto curato, bella la copertina, kitch quanto basta. I brani sono composti da De Scalzi e Di Palo, con i testi per la maggioranza in inglese, di Shel Shapiro. Partecipano al disco ospiti importanti, provenienti per lo più dal mondo classico. Il disco si ascolta con un certo "timore", dato che viene naturale il paragone con i precedenti lavori del gruppo (Concerto Grosso numero 1 del '71 e in misura minore, il numero 2 del '76).
Il disco si apre con "The Knowledge", piccola overture dove le caratteristiche del concerto grosso emergono subito: contrappunti tra archi e strumenti elettrici, con il flauto di De Scalzi subito in evidenza. I suoni di chitarra elettrica, affidata ad Andrea Maddalone sono molto aggressivi e moderni, i suoni degli archi sono molto puliti ma non freddi. Una efficace introduzione strumentale. Si passa quindi ad una ballata, "Dance With The Rain". La voce è di De Scalzi, le armonie non sono originalissime, ma il flauto ed i cori ci riportano indietro nel tempo, sono i New Trolls che "fanno" i New Trolls. Il brano sarà ripreso alla fine del disco in una versione in italiano dal titolo "So Che Ci Sei". Le atmosfere barocche tornano con "Future Joy", uno scherzo che vede un gran lavoro con gli archi, l'oboe e la chitarra elettrica, il cui suono è forse un po' troppo "metal". A questo punto entriamo nel vivo del disco, con la cadenza di violoncello "High Education" che fa da introduzione a "The Seven Season" : l'accompagnamento principale è affidato proprio al violoncello, a mo' di chitarra elettrica. Arrivano, con prepotenza i cori dei New Trolls, sempre eleganti, sempre armonizzati alla perfezione. Belle le melodie della chitarra elettrica. Di Palo però, sarebbe stata altra cosa. Non ce ne voglia il chitarrista Maddalone, a cui va tutto il nostro apprezzamento per aver avuto il "coraggio" di sostituire alla chitarra Nico Di Palo, il quale possedeva uno stile molto personale e davvero apprezzabile (dopo l'incidente di diversi anni fa, Di Palo si limita alla composizione, alle tastiere ed al canto). Nel pezzo, si sentirà la voce recitante di Shel Shapiro.
Il larghetto di "One Magic Moment", ballata dalle belle melodie che vede il soprano Madelyn Monti come ospite, non può non farci tornare in mente i duetti Mercury-Caballè, ma i cori e le musiche in stile Trolls, danno al pezzo luce e vita propria. "Barocco 'n' Roll" è forse troppo "malmsteeniano", fortunatamente, ci sono stati risparmiati i "tipici" assoli chilometrici di chitarra. I momenti con gli archi si fanno apprezzare. Dopo un intruduzione di chitarra classica, semplice ed efficace si passa a "Testament Of The Time", classico andante, in linea con i precedenti Concerto Grosso 1 e 2. Le melodie, anche se non passeranno alla storia per originalità sono bellissime, i cori sempre puntali e perfetti, Vitanza con eleganza arrichisce il pezzo con pochi e misurati fill di batteria : il pezzo è davvero bello. Una tipica "drammaticità" alla New Trolls. Con "The Ray Of The White Light" il gruppo ci dice che erano e rimangono tra le migliori voci del panorama italiano: la voce di De Scalzi si è fatta con il tempo ancora più calda e matura e i tipici falsetti armonizzati ci sono tutti, fluidi ed avvolgenti come sempre. Altro adagio, con "To Love The Land", splendida ballata dalla belle armonie a dalle melodie eleganti ed orecchiabili. I cori arrivano puntuali nel ritornello, come i cambi di tonalità. Gli interventi di chitarra elettrica sono centrati appieno. Il piano preludio di "The Season of Hope", vede una introduzione di piano molto bella (ricorda alcuni lavori di Keith Jarrett), poi arrivano gli archi, la tensione aumenta ma per ritornare subito alla tranquillità di sonorità quasi jazzy. Il pezzo si lega al successivo "Simply Angels", una piccola suite di poco più di sei minuti, dove la band si sfoga con i musicisti che mettono in mostra la loro bravura (le atmosfere sono da Concerto grosso 2, specie per i cori). Il pezzo è vario, negli arrangiamenti e nelle armonie, i riff sono accattivanti: siamo in pieno progressive. La tranquilla canzona "Ethix" chiude questo lavoro.
Un disco che sarebbe potuto essere un semplice "amarcord" ma che invece vede sonorità moderne oltre alle caratteristiche della "sigla" che qui vengono riproposte: le aspettative di chi si accosta a questo disco vengono soddisfatte. A questo terzo concerto grosso si sta anche affiancando una nuova stagione live della band, con concerti di taglio rock-prog.
I New Trolls sono tornati. Evviva i New Trolls.
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