NG – contrazione del precedente monicker ‘Northgate’ – è l’espressione musicale di Evor Ameisie, dal 1995 cantante e percussionista anche nel collettivo della Camerata Mediolanense (in cui è noto come Trevor), piccolo oggetto di culto della scena dark e neoclassica. Il progetto è attivo sin dal 1992, e si muove inizialmente lungo le linee della darkwave, dell’elettronica e dell’ambient. Evor stesso descrive NG/Northgate come un progetto dinamico, in cui gli strumentisti si avvicendano e ruotano attorno al fulcro creativo – Evor stesso – per dare vita a qualcosa di mutevole. La sintesi e allo stesso tempo la metamorfosi dell’esperienza artistica di NG fino a questo punto è rappresentata da Dance of the Avantgardes, album pubblicato nel 2011 in formato digitale e, nel 2012, in formato fisico sotto Disques de l’Europe Morte, l’etichetta fondata da Evor stesso (il presente album ne è la prima pubblicazione), segno che c’è la volontà di non porre alcuna condizione alla manifestazione creativa. In questo lavoro, Evor è affiancato da Giovanni Libracub al basso, Manguss e Fabrizio Modonese Palumbo alle chitarre e Il Bue alla batteria.

Dance of the Avantgardes è un album difficile da descrivere pienamente in termini di genere musicale, forse impossibile; forse anche inutile, basta sapere che è buona musica. Ci sono vibrazioni dark, c’è ambient, c’è elettronica, c’è psichedelia, e c’è qualcos’altro, un’originalità che mescola assieme il tutto e rende la proposta degli NG particolare e unica.

All’ascolto di queste otto tracce, l’impressione che si ha – o almeno, quella che ho avuto io – è di entrare in un territorio amico avvolto da nebbie protettive, si prova una sorta di ovattato conforto. Paperfog ne è la perfetta introduzione, con l’avvolgente motivo iniziale ossessivamente ripetuto fino alla fine, il basso che ascende e discende e scandisce tempi rilassati, il tappeto di synth e protese note di chitarra ripiene di feedback – nel finale quasi al limite del drone. Su tutto ciò si staglia la voce di Evor, che in NG – a differenza del cantato pieno e baritono nella Camerata – è sempre dilatata, calda, avvolgente, protagonista ma sobria. Ogni pezzo ha carattere proprio, si fa riconoscere, ma soprattutto si fa piacere: le atmosfere suadenti di Crimson Anger; la space-ambient e la forma a spirale di T-Mask Man; il calore, il basso pulsante e le voci collettive finali, quasi celebrative, di Thermal Lovesong; l’ipnotico rumorismo di fondo e le atmosfere elettroniche liquide e rarefatte di Come and see Wild; le chitarre e, soprattutto, la batteria che in Liquid Lambs alzano la testa e si fanno più magmatiche; e I’m Only Happy When I Hide (che a tratti mi riporta alla mente gli Ulver di Shadows of the Sun), lunga e solenne danza notturna nella foresta, con il viso rivolto verso il cielo per sbirciare le stelle attraverso i rami degli alberi. Poi, ad un passo dalla fine, l’album ci regala un cambio di rotta inaspettato: Channel Me è un pezzo elettronico fin nel midollo, che cattura subito con le sue ritmiche, e rappresenta una sorta di ‘finale spensierato’. Un pezzo sicuramente riuscito, ma che pare discostarsi un po’ troppo dal percorso fin lì fatto nel corso dell’album (senza dubbio un dettaglio voluto).

Tirando le somme, questa fatica degli NG si rivela essere molto valida, fresca, particolare, di carattere; sfugge a classificazioni eccessivamente ingabbianti e si ritaglia uno spazio proprio nel panorama underground. Che dire: teneteli d’occhio.

[NG e Dance of the Avantgardes su Bandcamp.]

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