Non sono affezionatissimo alle commedie e questa in questione la vidi quasi per caso. E, incredibilmente, mi piacue. Non è che ti faccia gridare al miracolo o ti elettrizzi troppo, però è un film che rientra nella categoria dei "film che sono film" (eh eh). Se contassi quante commedie sceme sono uscite negli ultimi cinque anni probabilmente risulterebbero ben più di un centinaio. Quindi sono contento che per una volta qualcuno fa uscire un filmetto intelligente e ben costruito.
La storia non è neanche poi così complicata, così passi un'oretta e mezzo in santa pace sul divano senza neanche accorgertene e arrivando alla fine con ancora la capacità di intendere e volere. La situazione: la famiglia Goodfellow non se la sta passando proprio bene. Il padre, pastore della chiesa del paese (Little Wallop, Inghilterra, 53 abitanti) trascura la moglie a letto e sembra così occupato a formulare un sermone perfetto da non accorgersi che la sua vita familiare si sta frantumando. La figlia diciasettenne è una ribelle di prim'ordine, è promiscua e ninfomane, cambia ragazzo due volte a settimana. Il figlioletto Peter è il bersaglio preferito dei bulli a scuola e la madre, Gloria, che è una donna di mezza età in piena crisi, orfana, corteggiata dal suo allenatore di golf e costretta all'insonnia per colpa del cane del vicino, non ce la fa più. A risolvere i problemi della famiglia Goodfellow arriverà Grazia, una graziosa, anziana governante dal passato oscuro, che in pochissimo tempo risolverà i problemi di tutti, "eliminandoli" nel modo più semplice. Così trasformerà il goffo e prolisso signor Goodfellow in un religioso comico, toglierà di mezzo il cane del vicino e Lance, l'amante di Gloria, riconsegnandola tra le braccia di suo marito, farà scoprire alla figliola Holly l'arte culinaria e farà fare una brutta fine ai bulli di Peter. Morale della favola? Basta un pizzico di "Grazia" e i nostri problemi, come per miracolo, sembrano scomparire. Infatti se ne vanno all'altro mondo.
Dal punto di vista artistico la produzione si lascia aprezzare, presentando una scenografia tipicamente inglese, quindi presentando un cielo perennemente annuvolato, case supertapezzate, auto inglesi, una tipica chiesa protestante di paese e facce tipicamente britanniche (naturalmente stona l'americano Lance, col suo SUV Lexus). La regia è piuttosto trasparente. La sceneggiatura presenta diverse gag, che comunque non scadono mai nel volgare, tantomeno nell'osceno (anche se un paio di tette si vedono una-due volte), presentando il classico humor-nero inglese. Gli attori sono piuttosto bravi. Nota di merito per Kristin Scott Thomas (Gloria), che si cala molto bene nella parte. Nel cast è presente anche Rowan Atkinson (Mr. Bean per intenderci), che per una volta si reinventa anche attore serio (nel ruolo del pastore). E ci riesce. Dal punto di vista tecnico ci sono poche cose da dire. Posso dire che però la pellicola ha dei bei colori.
In sostanza, forse "La famiglia omicidi" è un film più innocuo di quanto si creda. Non abbaia ma non morde neanche e forse qualcuno si sarebbe aspettato un lavoro un poco più personalizzato (in effetti il film è un pochino insipido). Ciononostante è godibile e perfettamente guardabile. E, cosa importante, a differenza di tanti altri costosissimi blockbusters Hollywoodiani, non te lo dimentichi subito una volta uscito dal cinema.
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