"Drawing The Lines", letteralmente tradotto come "tracciando le linee". È questo il nuovo album (in realtà un DEMO) che mi appresto a recensire.
I Nibelheim sono una realtà tutta italiana; realtà dedita ad un thrash-death davvero violento e "gelido".
L'artwork del Cd (davvero molto bello) mi aveva, all'inizio, un po' spiazzato'. Completamente bianco, riporta in primo piano una donna senza volto e sullo sfondo una foresta. Dal logo e dalla cover del disco non sapevo se aspettarmi l'ennesimo gruppo gothic o black. Invece, la sorpresa. Si, perché i Nibelheim sono la nuova "female-fronted thrash death metal band hailing from Italy" (così com'è descritto sul loro Myspace).
"Drawing The Lines" è un concept album. Concept incentrato sull'umano desiderio della band di forgiare ed affermare la propria identità e, quindi, l'inizio di un percorso. Almeno questo è quello che i ragazzi descrivono nella loro biografia. E, a conti fatti, devo dire che ci riescono benissimo.
Il disco è formato da 4 tracce. L'opener è una intro in cui si sente una donna ansimare in preda ai propri incubi ("Nightmarish Revelation"). Intro molto inquietante che apre spiana la strada alla successiva "Dancers Of God", la traccia più bella dell'album poiché alterna sfuriate tipicamente thrash, con riff violentissimi e veloci, a momenti più pacati e riflessivi (il break centrale mette i brividi talmente è bello ed evocativo). Stefania Salladini ce la mette tutta per dare sfogo alla sua rabbia. Rabbia che è racchiusa tutta all'intero della frase "I tried to tell the truth, but words froze on my lips" ("ho provato a dire la verità, ma le parole si sono congelate sulle mie labbra"). Come la stessa band afferma, è in questa frase che è racchiuso il senso del concept, poiché è la frase che la donna ha sentito pronunciare nel suo incubo e che le scatena tutta una serie di considerazioni, facendola svegliare, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Degno di menzione è lo splendido assolo fornitoci dalla coppia d'asce Andrea Giordano e Luca Pavone. Duo chitarristico che non delude mai, in nessun momento e/o istante.
Ritornando alla storia... questa riprende laddove la ragazza si rende conto, una volta sveglia, di essere stata solo un burattino nelle mani di qualcuno "non meglio definito". Ed è qui che attacca la terza track, "Your World / My Prison" che rappresenta una sorta di flash back nella quale si narra la vita passata della protagonista, dalla nascita, fino al momento dalla presa di coscienza. La coscienza della prigionia ("Maybe I can see nothing, or maybe I can see too much, what you call your world?. Is my prison to escape?. Just feel like a creeping eagle, Your World/ my prison!"). Musicalmente, la traccia è un'ottima speedy song, costruita su ottimi riff velocissimi. Poco spazio per la melodia, molto, invece, per ferocia, rabbia e tanta voglia di urlare il senso della "prigionia".
La conclusiva "Your Liar" è più cadenzata nei tempi, meno veloce, con un occhio più orientato verso le melodie. Stupendo l'assolo che ci viene concesso dai chitarristi, sempre in pieno stato di grazia. Song costruita in due parti, la prima lenta, la seconda più furiosa e veloce, "Your Liar" rappresenta, dal punto di vista del concept, la reazione a quanto narrato sin ora. Nella prima parte, infatti si fa un "lucido punto" della situazione; nella seconda, invece, più movimentata, la vittima si trasforma in carnefice. Il tutto fino a giungere alla risatina di fondo della protagonista che si sente libera di "tracciare le linee", poiché il suo volto non è più quello dipinto nell'artwork del CD (ossia, privo di lineamenti).
Bellissimo album, a volte angosciante, dai testi davvero impegnati e intensi, dalle prove canore di una Stefania sempre sopra le righe e dal resto della band che non risparmia mai un colpo. Ottime le prove fornite da tutti i musicisti. Peccato che si tratti di un DEMO e peccato per la produzione che non rende giustizia alle songs che compongono il nostro piccolo gioiello. Produzione che "soffoca" la voce di Stefania. Ma ciò è poca cosa, se paragonato al tutto. Un disco davvero sfornato coi contro cazzi. Un disco che merita di essere acquistato. Una band che merita di essere supportata, poiché se queste sono le aspettative.. Figuriamoci il resto!
Che altro aggiungere se non: prova riuscita alla grande!
Per ulteriori ascolti e/o informazioni, vi invito a visitare il sito Myspace della band all'indirizzo: http://www.myspace.com/nibelheim1 nel quale è possibile ascoltare le canzoni recensite più una quarta inserita da poco, ossia "Lunatic Asylum", nella quale la prova canora fornita dalla nostra Stefania è allucinante; song che trasuda di rabbia e pathos. Davvero molto bella.
Altri contatti: http://www.nibelheim.it
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