A volte recensire un disco, che si tratti di un full-lenght o di un DEMO non è sempre semplice. Questo, specie se si ha tra le mani un disco di ottima fattura come lo è, certamente, "The Waiting Room", secondo DEMO dei Nibelheim, formazione abruzzese che ho già avuto il piacere di recensire su queste pagine.
Formazione nata dal 2003 da un'idea di Stefania Salladini (vocalist dotata di doti sovraumane) e Luca Pavone (uno dei chitarristi della band). La band già raggiunge un discreto successo nel 2007 con l'uscita del loro primo DEMO "Drawing The Lines" (da me recensito qui) diventando top DEMO su "undergroundattack.it". a copreire di elogi la band ci penserà, ulteriormente, anche il famoso magazine Rock Hard, il mio giornale dedito al mondo dell' Hard N' Heavy preferito.
Ma adesso concentriamoci su questo nuovo piccolo gioiello dalle sfaccettature e sfumature, oserie dire, infinite, "The Waiting Room".
Prima di passare all'analisi del disco, vorrei iniziare ponendo una domanda a tutti voi, a tutti quelli che si sono trovati, nella vita, almeno una volta, a dover affrontare una decisione. Come vi siete comportati? Avete agito di impulso? Non avete affrontato la questione? Beh, perché è proprio questo quello che accade in questa "sala d'attesa" dove si trovano, quasi per scherzo, a condividere la stessa sorte, quella di trovarsi di fronte ad una situazione e di non sapere (o sapere) come affrontarla. Ma quali saranno le conseguenze del loro (e nostro) gesto?
L'album, nel suo complesso, è molto articolato, sia dal punto di vista musicale, che da quello strettamente legato alla tematica che affronta.
I brani contenuti in "The Waiting Room" rappresentano quattro differenti storie, con quattro differenti protagonisti, ognuno di loro posto all'interno di un'immaginaria "sala d'attesa"; sala d'attesa, vista come luogo di transizione tra una tranquilla vita precedente e una decisione importante che potrebbe sconvolgere il corso degli eventi.
Le canzoni che compongono il DEMO si distaccano completamente da quelle che comparivano sul loro precedente lavoro, "Drawing The Lines", essendo questo molto più strutturate, cadenzate e riflessive. Sempre di thrash-death si parla, (anzi, sempre di thrash-death di ottima fattura) ma questa volta le melodie trovano poco spazio nel complesso, il quale risulta più variegato, più lento, più ossessivo e, a molte volte, travolgente e terremotante.
Le tracce che compongono il DEMO sono quattro. Tutti brani costruiti in base a degli ottimi mid-tempo e a riff intricatissimi, con ottimi cambi di tempo e splendidi assoli che donano quella melodia che sembra essere stata spazzata via.
Analizziamo, adesso, più nel concreto le stesse nel loro contenuto e nella loro struttura. Le danze si aprono con "These Decayng Walls" nella quale il primo protagonista rinchiuso nella sua "sala d'attesa" preferisce l'eterno indugiare pur di dover affrontare quella che sarà la scelta e la sua conseguenza. La song è introdotta da un riff molto cupo e sinistro e dall'urlo di Stefania, sempre in ottimo stato di grazia. Si sente sussurrare qualcosa in sottofondo, ma non si capisce bene cosa. Sembra quasi che i pensieri rinchiusi nella mente del protagonista prendano forma e inizino a perseguitarlo, facendolo uscire di senno. È forse per questa ragione che preferirà non tentare neppure, ma non possiamo saperlo fino in fondo. La canzone è molto cadenzata e marziale, ottimi mid tempo che, nell'improvviso finale, sfocia in una grande fuga nella quale le asce di Luca e Andrea ci regalano degli ottimi assoli degni di grande scuola. "Shut Up!". È così che si conclude la song dopo che il nostro amico si è torturato la mente pensando che "this room is so crode, I can't even scream my name, Crack are running down these walls. They're running lowards me, Suddendly I understand, I am the main crack.. And this room is so crowded, But I'm alone [..] so let me take refuge in my old memories..". Magnifica.
Come è magnifica la seguente "Lunatic Asylum" nella quale il protagonista di turno preferirà indossare una maschera pur di affrontare la realtà, finendo, alla fine, per impazzire ("Why do you put me to this senseless torture? Will you forgive yourself after all?..."). sempre ottime le prove fornite dai membri della band, dalla sezione ritmica che danza assieme a Stefania e al mitico duo Luca-Andrea, pronto a non deludere mai.
"Reashping" è, invece, imprevedibile. Più veloce rispetto alle altre in apertura, si smorza dopo poco con un ottimo cambio di tempo e un'ottima Stefania che urlerà "I destre the world around" nel momento in cui le chitarre sfodereranno dei riff a mitragliatrice, veloci e granitici. Nota di merito è lo stupendo assolo posto in chiusura, uno tra i più belli che si possa udire in tutta la musica della band e del thrash. Liricamente la song affronta la tematica intrapresa dal terzo protagonista rinchiuso nella sua sala d'attesa, il quale preferisce affrontare il proprio momento con impeto, senza riflettere su quelle che saranno le (disastrose) conseguenze.
Il gioiello si chiude con la mia preferita, ossia "Death O'Clock", aperta da un riff moto hard-rockeggiante che poi dà spazio a tutta la rabbia che i Nibelheim hanno in corpo facendola esplodere nelle urla di una Stefania "disperata" e, allo stesso tempo, incazzata. Dall'incipt molto incalzante, è meraviglioso notare come la stessa venga più volte smorzata da degli arpeggi molto oscuri nei quali si sente la voce di Stefania sussurrare e poi, successivamente, esplodere di rabbia. Ed è in questa canzone che i Nibelheim tirano fuori, assieme alla rabbia, i gioielli di famiglia: tenacia, passione, tecnica, melodia e controcazzi! Poiché, in questa "sala d'attesa", il nostro amico protagonista, si arrenderà senza neppure tentare (".. I welcome the end... And then, nothing, just BLACK"). Chiusa in crescendo da una batteria incalzante, da dei riff assassini e micidiali e da una singer che non delude mai ogni mia aspettativa. Bellissima la prova offerta Federico di Simone, grande drummer portentoso. Un mostro dello strumento.
Fantastico album, bellissimo, travolgente sia nella musica sia nei testi angoscianti e tetri, con una band che non risparmia mai un colpo. Quattro autentiche fucilate di thrash-death composte egregiamente e suonate ancora meglio, cantate in modo esemplare con una produzione nettamente superiore a quella del disco precedente, che risalta gli ottimi riff "sporchi", le melodie degli assoli, il drumming sempre vincente, e una singer che mozza il fiato. I Nibelheim hanno compiuto l'ennesimo passo in avanti, non deludendomi, dimostrando di essere una grande band capace di comporre ottima musica e, questo, pur rimanendo confinati nell'underground del genere. Ma, in tutta sincerità (ed è anche un augurio personale che rivolgo alla band), credo che questo non potrà durare ancora per molto, vista la stupenda prova offertaci in "The Waiting Room". Spero che riescano a raggiungere al più presto tutta la notorietà che si meritano.
Questo è il mio augurio. Il mio invito, invece, è quello di supportarli e di rendergli giustizia acquistando i loro album dov'è possibile sentire dentro, letteralmente, esplodere la loro anima. Anima messa tutta. Anima che è fervidamente accesa e che brucia. Brucia di passione. Brucia per la musica che a loro piace comporre e suonare.
Un saluto a tutti, un saluto in particolare a Stefania e ai Nibelheim.
Eccezionali.
Per ulteriori contatti potete visitare il loro Myspace all'indirizzo:
http://www.myspace.com/nibelheim1
oppure visitare il loro sito internet al seguente:
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