Estate 1978, Acqua Traverse, campagna pugliese. Sei bambini fanno una gara in bicicletta, ma Michele vede che la sorellina cade e l'aiuta, così arriva ultimo. Deve fare la "penitenza" di salire al primo piano di una casa abbandonata. Mentre cerca di salirvi, cade su un materasso, e sotto nota che c'è un buco, un buco che cambierà la sua vita, un buco oscuro che nasconde un orribile segreto. Un buco che contiene un bambini.
Spaventato da ciò che vede, Michele torna subito a casa, e decide di tenere il segreto per sé. Scopre che i pochi abitanti di Acqua Traverse, compresi i suoi genitori, l'hanno rapito da Pavia, dalla sua famiglia. E Michele ha tanta pietà di questo bambino quasi pazzo che stringe una profonda amicizia. Profonda come quel buco. Un'amicizia che salverà solo uno di loro. Gli altri amici tradiscono Michele, ma con la loro riconciliazione, almeno la storia è a metà a lieto fine.
Niccolò Ammaniti, pubblicando questo romanzo nel 2001, ha voluto disegnare il concetto di avventura visto da un bambino di nove anni (la paura dell'Uomo Nero, i Giganti di Terra), che non sono altro che i suoi compaesani, e anche i suoi genitori. Il libro in sé è scritto abbastanza bene, in alcuni punti poco scorrevole (come nel finale), in altri si velocizza di più. Ma il messaggio morale arriva, proprio perché è narrato in prima persona da Michele.
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