Nel Massachusetts, nella cittadina di Salem, un gruppo di donne viene sorpreso a ballare di notte in un bosco e accusate di essere streghe vengono processate. Esse cercano in ogni modo di riversare su altre persone la loro accusa facendo credere al giudice di essere mosse dal demonio.
La seduzione del male, diretto da Nicholas Hytner e uscito nelle sale nel 1996 è tratto dall'opera del grandissimo Arthur Miller, "Il crogiuolo". Un film che parte ingarbugliato, nel complicato tentativo di dare una parvenza di verità ad una storia incrociata di tradimenti, streghe e demonio. Proprio a causa delle accuse vengono processati anche altri due personaggi:uno è John Proctor (un sempre formidabile Daniel Day Lewis) e l'altro è sua moglie Elizabeth (Joan Allen). Entrambi uniti dall'amore reciproco, entrambi ancora divisi da un adulterio di lui con la bella Abigail (Winona Ryder).
Nicholas Hytner dirige un film ambiguo:una storia complessa in cui il regista è in dubbio su dove andar a parare a causa dell'intrecciarsi tra le passate vicende amorose dei protagonisti, il processo nel tribunale cittadino e le voci riguardanti stregonerie e demonio. Ne esce fuori una rappresentazione "in costume" di una città che rappresenta un po' tutta l'America del tempo. Un paese che nel 1692 non era ancora pienamente cattolico e rifiutava le rigide imposizioni della legge sui riti di stampo "esoterico".
La pellicola scorre tranquillamente, nonostante la pesantezza di alcuni passaggi e tocca il suo apice positivo negli ultimi venti minuti. Minuti in cui Proctor prende consapevolezza di avere le spalle al muro, di essere stato tradito da quel Dio che egli non ha mai amato, di avere un nome che gli peserà, che pregare non basta...
"La seduzione del male" dà l'impressione di essere un'opera "fuori posto" e molto fine a se stessa, con argomenti non certo attuali. Il film deve essere però visto nell'ottica di oltre trecento anni fa, quando era difficile convincere un tribunale di fronte a reati "condannati" dalla Chiesa.
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