"L'aquila che vola, in cielo non lascia traccia", dove l'ho letta questa? Boh..forse è un verso di una poesia zen.

Oppure “guarda il sole, guarda quella nuvola”.

Che se proprio bisogna parlare è meglio ripartire da zero...dal sole, dalla nuvola...

“Come è bello, babbo...” dice mio figlio nelle stradine di Siena che forse è una nuvola anche lei...

“Come è bello!!!” e dopo ce ne stiamo in silenzio per un po'...inafferrabile vero contessa?

E “come è bello!!!” lo dico anch'io, anche se non sono un bimbetto...

Sto delirando un pochino, me ne rendo conto, ma c'è una canzone di Nick, che non è di Nick, si chiama “latte e miele” e siamo nella cameretta (ancora una nuvola?), si nella cameretta delle incisioni casalinghe.

E c'è un maestro vero, un oscuro folk singer americano, o se preferite il suo fantasma, si chiama Jackson c, Frank...

Detto che anche la canzone originale è bellissima, Nick riesce a renderla talmente sua che sembra più Drake di Drake e soprattutto sembra davvero il Nick solo mio, quello segreto, quello della dimensione mitica e reale, che è la malinconia che sta dietro ogni inno alla vita...

Perché qui "d'oro e d'argento è l'autunno e si e no son le risposte scritte negli occhi del vero amore"... perché qui chi canta si sposta con le stagioni e dice che deve andarsene...perché qui in cinque o sei archetipi e in cinque sei frasi c'è tutto, compresa un'idea di morte finale...perché qui sembra di sentirla quasi per caso quella chitarra...perché qui come dice il poeta "io non so più se muoio oppure nasco", che ho sempre pensato che sia la sensazione che si ha quando si è al centro del centro delle cose...e per esserci è essenziale il primo riff di chitarra e come entra la voce...così almeno dice il vampiro...e io sono d'accordo...

Poi c'è la polvere, certo...che la qualità dell'incisione non è certo perfetta...ma un filino di polvere non stona affatto con la voce di Nick...voce che se aveva un difetto era quello di essere troppo perfetta...oh, non è certo il caso del “latte e del miele”, ma ci sono canzoni di Nick, penso soprattutto a quelle un po' pompose, che a me e al vampiro fan venir voglia di chincaglieria musicale (robette da luna park, pianoforti zoppicanti, organetti sospesi, carillon) altro che archi e sassofoni del cazzo...ecco la polvere qui svolge la stessa funzione... e chincaglieggia come una piccola cicatrice nella perfezione....ed è ancora quella nuvola da cui siamo partiti...anzi no eravamo partiti da un'aquila...

E poi c'è il vecchio Joe, che più che un'aquila è un orsacchiotto...oh come scandisce bene le parole (le parole del grado zero, quelle essenziali, basiche, archetipiche e via dicendo) questo dolce e schitarrante coverista drakiano...certo non riesce ad essere così vecchia Inghilterra come Nick, ma scandisce davvero bene...

”Oh orsacchiotto è così che si fa!!!”gli ha detto una volta il vampiro con tutta la tenerezza di cui era capace...e, credetemi, la tenerezza del vampiro voi non potete nemmeno immaginarla...

Poi c'è “Here come the blues” ancora da Jackson c. Frank, che detto per inciso è stato uno degli esseri umani più sfortunati di tutti i tempi.

"Nel mondo che è la solita vecchia commedia, in un lunedì luminoso che conosce già la pioggia del martedì” arriva il blues.

“Su chi non vuole invecchiare a causa dei vecchi piani andati a monte e anche su chi sta vagando verso la corsa di mezzanotte quando il sole è andato a nascondersi” arriva il blues.

E arriva per restare a lungo. Con una voce di miele e coperta di polvere.

Vi sarete accorti che parlo spesso di miele e polvere: d'altronde il manuale dell'esploratore dice che se cominci a fare attenzione a una cosa finisce poi che quella cosa la vedi dappertutto, come se non fossi più tu a cercarla, ma lei a cercar te. E quella cosa è il blues.

Il blues che in Nick è appunto miele e polvere, specie nelle home recordings...

Che poi mi son fatto una strana idea: la voce di Nick nasce adulta, ha un interludio di raffinatezza e poi, poi torna a casa e se all'inizio era adulta/bambina, alla fine è adulta adulta, che l'apprendistato blues è finito:

D'altronde chissà quando il vampiro è diventato il vampiro?

Che forse anche lui ha cominciato ascoltando vecchi dischi a colazione, masticandoli e rimasticandoli, che ce la deve avere avuta anche lui una voce adulta/bambina e deve essere per questo che ama tanto le "home recordings"...

Che poi questa é una canzone davvero triste....

E “dove corre la mezzanotte ci sono solo quel buontempone di Charlie e il suicidio"

E "il lunedì è arido, il martedì lo stesso" e “sul triste mercoledì che sta arrivando, sui giorni che piombano addosso come un treno verso sud ci si deve di nuovo aggrappare al freno"..

Ma non ci sono solo cover...

Che c'è una canzone di Nick di cui la fioraia all'angolo (chissà quale angolo poi) dice che le sgaruga l'anima...” E questo non è inafferrabile, vero contessa?

"Il vagabondo passa in fondo alla strada, io sento l'eco dei suoi passi chiodati", così inizia "They're leaving me behind" e, di nuovo, sembra l'inizio di un blues...

Anzi di un lowdown blues, “espressione che sta ad indicare, nel linguaggio degli afroamericani, quella particolarissima musica che da voce all'avvilimento emotivo”. Quando ho letto queste parole nel bellissimo libro “Angeli perduti del mississipi” di Fabrizio Poggi non ho potuto fare a meno di pensare a questa canzone, che lowdown (sommessa, triste, misteriosa lo è davvero) e racconta del resto di come le possibilità che arrivano siano in realtà già state perse. e che, certo, il successo può essere conquistato, ma ad un prezzo troppo alto (lo stesso tema di “Day is done”)

E vincere così è peggio che perdere, direbbe qualcuno...

Questa canzone è una delle preferite del vampiro (come quasi tutte quelle delle home recordings), per la voce soprattutto, che nella sua urgenza, per una volta sembra quasi coprire la musica, anzichè prenderla sottobraccio e che davvero va nel profondo, più del solito addirittura, creando uno strano contrasto tra il balbettio tipico del giovane artista (che se volete è anche una rimasticazione di stilemi) e un modo di cantare che sembra incredibilmente adulto (tanto quella rimasticatura combacia col proprio vissuto).

L'abbiamo già visto in “Strange meeting II”, quell'incontro di sogno con la principessa della sabbia, qui, in più, siamo all'abc psicologico, alla mancanza primaria..

“They're leaving me behind”, mi stanno lasciando indietro.

Le parole devono essere semplici, come in "Parasite" "dai un'occhiata e mi troverai giù per terra" o in "chime" "te ne stai in casa, sotto il pavimento", con quest'ultima frase che in inglese recita “Stay indoors beneath the floors” e ricorda quel “to be down on the killing floor” che significa essere arrivati a toccare il fondo.

“Killing floor” è una espressione diventata famosa per essere stata il titolo di una delle canzoni più conosciute di Howlin' wolf.

Secondo alcuni studiosi il killing floor altro non era che il luogo fisico in cui si uccidevano gli animali negli enormi macelli delle grandi città che tra gli anni venti e cinquanta impiegavano soprattutto manodopera nera.

Che c'entra con il blues un ragazzo bianco benestante? C'entra, perché come dice giustamente Paola De Angelis, il blues è la musica degli outsiders, quindi anche di Nick Drake e non solo del vagabondo che passa in fondo alla strada a inizio canzone.

A quel vagabondo alla fine si contrappongono il vento e la pioggia, che ancora una volta Nick non riesce a non mettere un riferimento alla natura, sempre con parole semplici, anche se le parole contano relativamente, che a contare è il lowdown ( "che esprime al meglio quel clima teso ed angosciante, ma anche sensuale che spesso aleggia nelle performances blues più sentite"- ancora Fabrizio Poggi-).

Sensuale? Chiedete alle fanciulle se non ci credete, non necessariamente a quelle magiche del vampiro ( tipo Big Mama Winter, che ha detto una volta che la voce di Nick si impiglia sempre a un suo manico...). Sarete stupiti dalle risposte...

Però le magiche fanciulle del vampiro meritano un piccolo cenno.

La ragazza lunare, per esempio...

Le ragazze lunari, va detto, sono molto spesso drakiane, a volte persino senza saperlo...questa però lo sapeva eccome...e una volta mentre ascoltava “Pink moon”, le si sedette in braccio un bambino...ascoltarono in silenzio...poi il bambino, guardando attentamente la foto di Nick, chiese “è morto?”...e lei rispose di si...

”Fu un momento un po' magico-disse poi la ragazza lunare al vampiro- come se parlassi di qualcosa di sacro, come togliermi e conficcarmi una spina insieme, come se quel bambino capisse meglio di me la musica e la morte”...

D'altronde, “pena e cura della medesima” si dice del blues e quindi il togliersi e il conficcarsi una spina...e ascoltando Nick non siamo noi bambini che capiscono un po' meglio la musica e la morte?

Sapete il vampiro parla spesso di questa e altre fanciulle magiche, peccato non me ne abbia fatta mai conoscere una...a volte sospetto che le abbia inventate...preferendo usare dei doppi svagati e leggeri per parlare di sé stesso..

Ma forse ho esagerato e vedo che le lancette dell'antiretoricum vanno all'impazzata, il che significa che almeno una buona metà di questo scritto sarebbe da buttare.

Ma vabbè...

Comunque “Family tree” è il quaderno di appunti di un genio. Ci sono le prime composizioni originali, dolcissime e magicamente acerbe, e cover di classici del folk e del blues e di cantautori dei sixties (Bob Dylan, Bert Jansch, Dave Van Ronk e ancora Jackson c. Frank con altri due brani). Ci son anche due canzoni interpretate (e scritte!!!) dalla madre che si potevano magari non metter. E “All my trials” (bellissima) è cantata con la sorella Gabrielle.

E' un disco meraviglioso (“come è bello, babbo!!!)

Ma ho già scritto troppo e mi limito solo a citare “Winter is gone”, tradizionale di cui forse Nick aveva ascoltato la versione di John Rembourn, e “Bird flew by”, il più semplice e toccante dei suoi primi vagiti. Il motivo? Mi piaccion da morire e, insieme a quelle di cui vi ho già parlato, son le mie preferite.

Ah, un altra cosa divertente è il suo modo di cantare i vecchi blues...

Stop.

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