OK. Seconda recensione su N. Drake.
Ho avuto il CD in macchina per circa un mese, senza avere il coraggio di metterlo su.... perchè c'è niente da dire, conosco, come tutti la triste storia, e non ero in condizioni di sentirne l'epilogo. Eppure è stato diverso da come me l'aspettavo.
"Pink Moon" è la storia di una sconfitta ma anche rappresenta una vittoria. C'è un pezzo che si chiama "harvest breed" e fa così
Falling fast and falling free you look to find a friend
Falling fast and falling free this could just be the end
Falling fast you stoop to touch and kiss the flowers that bend
And you're ready now
For the harvest breed
L'immagine è quella di una caduta libera, nel vuoto, senza paracadute. Ma non c'è dolore, sofferenza, semplicemente ci si lascia trascinare. Dicono quelli che sono usciti da un coma che in ultimo la vita ti passi davanti come un film, e che si possa guardare con affetto ma con distacco.
Per questo verso la fine i toni di questo disco si fanno, a dispetto delle parole, del significato, leggeri, ritmati, diafani. Anche la durata del disco, è una cosa stranissima, è breve ma i tempi sembrano dilatati, come in una caduta libera, proprio.
"Hey slow, jane, let me prove", avevamo sentito dire in "bryter layter". Ora non è più tempo di provare, ma si sente che tutto quello che c'era da dire è stato detto - Nick ha preso la sua strada, e la farà fino in fondo, anche se il mondo non è cambiato. Non importa chi ascolterà quello che dici, vale lo stesso la pena di trovare le cose che stanno dietro il sole. E questa è la vittoria, e anche la fine della storia....
e invece no...
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