"ero forte nel sole"... oh, quanto mi commuove questa frase di “place to be”, il brano dove il ragazzo che era stato appeso ad una stella dice "per favore mettimi giù, trovami un posto dove stare"...dove una chitarra gentile, nonostante la stanchezza, ancora insiste a tessere trame delicatissime...nulla credo si possa premeditare, ma quale mossa più azzeccata di quella gentilezza che piano, piano come la goccia ti scava dentro?... quella gentilezza che forse è ancora un pochino quel sole...quel sole dove si era forti...e che ancora una volta ti fa dire di non aver mai sentito nulla di così carezzevole e disperato...aveva ragione il vecchio robin le canzoni di nick sono farfalle legate ad un'àncora...difatti nonostante il peso volano lo stesso...e non fa nulla se dicendo così sembro un diciottenne, anche perché probabilmente lo sono...che poi anche il vampiro direbbe la stessa cosa e lui è terribilmente adulto...e sa benissimo che un posto dove stare non c'è...trame delicatissime dicevamo, anche se senza quei soliti giri complicati...qui la chitarra sembra una sola e non quattordici...e in fondo questa è proprio una canzoncina folk, ma dell'azzurro più pallido...palest blue...che dopo la frasettina del sole arriva quel "sono stinto come l'azzurro più pallido"...e non credo che esista in tutta la grande poesia una definizione più perfetta della tristezza...anche se le definizioni mi stanno sul cazzo...anche se più che stinto sarebbe meglio tradurre spento, oppure debole...sarà che la mia camicia preferita è azzurra e ha almeno vent'anni....debole, stinto, spento...e vecchio..."quand'ero giovane, più giovane della collina/ non ho mai visto la verità appesa alla porta/ora sono più vecchio e la vedo faccia a faccia/ora sono più vecchio e devo far pulizia" questi i primi versi della canzone..."devo far pulizia"...d'altronde il manuale per “esploratori del mondo”, pone, durante l'esplorazione numero 34, alcune interessanti domande tipo "qual'è la differenza tra quello scegliamo di tenere e quello che buttiamo via?...o “ciò che consideriamo inutile è senza significato?"...che è di questo che parla questa canzone...poi certo si può esplorare il mondo anche dalla propria stanza, come fa di solito il vampiro, tanto le esplorazioni rimangono lo stesse, la numero 34, come la numero 33, che adesso non ricordo...rimangono le stesse e hanno come fine la ricerca di quell'improbabile “place to be”, ovvero il luogo dove abita “la possibilità, una casa più bella della prosa” come dice la zia emily, una che di esplorazioni partendo dalla propria stanza ne ha fatte parecchie...certo più di 34...e una bella esplorazione è la cover che di “place to be” fa il barbuto sam beam, quel tale che si fa chiamare iron and wine...più lenta, con dolcissimi echi steel e appena un sussurro di voce...io ci sono arrivato grazie a joe burton, un tizio di cui parleremo ancora...che in questo viaggio drakiano ogni tanto è bello prendere strade laterali...che anche questa deve essere una delle esplorazioni consigliate da quel manuale...qual'era?...la 71?...la 127?...
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