"Beh, comincerei dicendo che..."
"...ma cosa cominci, cosa? Non ti scordi niente?"
"Ah sì, è vero. Le scuse, prima. Avevo delle scuse da porgere. E se non adesso, quando?".
Scusa, Nick. Per due cose.
La prima: scusami se a prima vista ti scambiai per Shel Shapiro, in copertina.
La seconda: scusami se provo a scrivere una pagina inutile, perché ti erano bastate poche e precise parole per rendere inutile qualsiasi recensione. Avevi già detto tutto, e lo avevi fatto meglio.
"PURE POP FOR NOW PEOPLE".
Al massimo, potrei fare uno sforzo per dire cosa ci ho sempre visto in quella definizione: Pure Pop... - esiste una forma PURA di Pop? Come si arriva all'essenza del Pop? Esiste una formula scritta? Oppure non c'è matematica che si applichi alla creatività?
No, quella matematica non c'è. E non ci sarà mai. Nessuno può costringere alle regole il Genio totalmente libero che ti fa pensare una Canzone come Tonight. E non solo - dopo averla pensata (parole e note e cori, e che note e che cori), pensare anche di poter riempire la seconda strofa al suon di una chitarra spagnoleggiante che prenda il posto delle parole. Chi poteva pensarla, quella soluzione? Puoi conoscere tutti i ritmi, tutte le tonalità. Eppure non riusciresti mai a coprire lo scarto che separa il mestiere dal Talento cristallino.
Ecco, cosa ci vedevo in quel PURO.
Ma ci vedevo anche la spregiudicatezza dell'esordiente (anche se Nick non era affatto uno alle prime armi, anche se i Brinsley Schwarz non erano stati la classica bella meteora, anche se perle assolute come Nervous On The Road e Please Don't Ever Change non si possono dimenticare). La spregiudicatezza di quello che un anno prima di Jesus Of Cool se n'era uscito con un EP dal titolo BOWI - eh beh, caro Duca, avevi appena inciso LOW e non t'aspettavi la degna (...) risposta...? L'irriverenza di un piccolo-grande Eroe di anni in cui i confini fra (Pub)Rock e Punk non erano poi così netti, di un classe-'49 eppure così a suo agio al ritmo di quel nuovo beat, tanto a suo agio da diventarne Maestro. E solo un Maestro poteva essere l'Uomo "dietro" (ma non sempre e solo alla produzione) Dischi di Elvis Costello, Graham Parker, Joe Jackson, John Hiatt, Pretenders... e pur parziale, la lista comincia già a pesare.
Uno che a giocare con tutte le incarnazioni del Rock'n'Roll si divertiva tanto, ma tanto da scherzare col guardaroba ed essere - copertina... - Paul Kantner, Phil Manzanera e... Mike Rutherford...? allo stesso tempo.
Ma anche Uno che amava particolarmente il suono dei bicchieri che si rompono a notte fonda ("I LOVE The Sound Of Breaking Glass"). Anche a me piace, Nick, ma devo ammettere che a quel suono preferisco l'atipico Funk che gli hai dedicato. Una cosa che non ho neanche bisogno di catalogare, tanto mi basta quel groove di basso e quel piano - sì, il piano, non meno geniale della chitarra di Tonight - per chiedermi: "ma cosa ti frullava in quella Testa...?". E chi lo sa.
Poi certo, gli anni dei "Glam(orous)" Rockers inglesi non erano passati invano e una Music For Money avrei anche potuto ascoltarla dai Mott The Hoople, ma Shake & Pop (cosa è più POP del Rock'n'Roll, del resto...?) ha il marchio D.O.P. di un Pub Rock che al suo bicchiere di boogie non avrebbe mai rinunciato.
Ah, ma... no aspetta, aspetta... a proposito di generi... e quella cosa strana che ci si affannava a chiamare Reggae-Rock, ammesso che esista, non l'avevano "inventata" i Police - o almeno in tanti ce l'hanno raccontato? Eppure, a sentire No Reason... boh, ne siamo proprio sicuri...?
Ma sono poche le cose che potrei riassumere (e con quanta fatica) in definizioni già pronte. In realtà è puro songwriting-Nick Lowe's Style, è questa la sola definizione. E s'impara a riconoscerlo solo con un po' di confidenza. Little Hitler, Nutted By Reality, quell'insolita perfetta alchimia di Rock e intuizione melodica che ha nell'ascolto l'unica verifica possibile. E che arrivi a riconoscere anche nelle cover. So It Goes la riascolteresti 10 volte di fila, non capiresti mai CHE COSA di preciso la renda unica ma alla fine del decimo ascolto staresti ancora lì a ripeterti: "Ma quanto è bella, So It Goes...?".
E poi arrivo a Marie Provost. Quegli accordi, quelle parti corali di Dave Edmunds, quel testo (la storia della Diva che nessuno sapeva morta nel suo appartamento, e nel frattempo diventata pasto per il suo cane!)... è immensa. Qui preferisco improvvisarmi ermetico, tanto a niente varrebbero belle analisi e descrizioni. A volte la semplicità di 4/5 accordi sa essere la più difficile da spiegare.
E penso che un Disco del genere non invecchierà mai, che sembrerà sempre inciso mezzora fa.
Perché Quelli come Nick Lowe avranno sempre lo spirito dell'esordiente.
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