A poche settimane dall'uscita di "Dark Horse", ultima fatica pop-rock targata Nickelback, mi accingo a parlarvi di "Curb", album pubblicato nel 1996 e primo lavoro ufficiale della band di Vancouver dopo l' EP "Husher".
Il motivo del mio ripescaggio sta nel fatto che bisogna assolutamente tracciare una netta linea di divisione tra i primi lavori della band e le ultime 'opere', insomma per essere chiari le varie "Photograph", "Someday", "Gotta Be Somebody" sono solo una faccia della medaglia, quella più in vista (purtroppo) da qualche anno a questa parte, altresì il passato del quartetto strizza l'occhio al grunge.
Dopo un primo ascolto la prima cosa che si evince è la sorprendente vena canora di Chad Kroeger, più tirata rispetto ad ora che spesso rimanda ai vari Cobain e Staley (Nirvana ed Alice In Chains) e non solo, senza però sdegnare l'approccio melodico e cool, caratteristica presente da sempre nel sound dei canadesi.
Parte molto bene l'album con "Little Friend" e "Pusher", pezzi carichi e coinvolgenti che fanno da apripista alla prima grande canzone dell'album, ovvero "Detangler", ottima base alternative e ritornello che si memorizza in due/tre ascolti. Dopo la cupa e aritmica title-track "Curb", troviamo "Where?", altro gran pezzo, nell'ordine il primo che non presenta sfilacciature grunge ma un ottimo rock vecchio stampo. Come appunto detto precedentemente il timbro e le melodie di Kroeger rimandano ad icone del passato, ebbene il primo e unico singolo "Fly" ne è la dimostrazione; fatti i dovuti scongiuri e paragoni, il sound distorto rimanda tantissimo ai Nirvana, sono passati solo due anni dalla morte di Cobain e le influenze si possono sentire dopo solo pochi secondi di ascolto. Scendendo nei particolari anche le liriche sono meno scontate rispetto al presente, nella stessa "Fly" Kroeger viene colpito dalla risposta che la madre da lui alla domanda: "Dove va l'uomo quando muore?" La risposta è che dopo la morte, volando può andare in paradiso o all'inferno. Allora sceglie di uccidersi con una pistola (ogni riferimento è puramente casuale) per vedere dove vola, se vola (wait to fly). Ovviamente mi sono permesso di dare una mia interpretazione al testo, ma le liriche e il videoclip (anche se in modo ovviamente più implicito e nascosto), sembrano dire lo stesso. Tornando all'album, in "Just Four" la batteria e gli accordi delle chitarre sono pressochè identici a quelli di "Smells Like Teen Spirit" e questa è una nota negativa, comunque il cantato è incisivo e convincente, infatti il pezzo verrà poi ripreso nel 2001, verrà riprodotto in una forma più soft e farà parte dell'album di maggior successo della band, ovvero "Silver Side Up".
Buone performance anche nei pezzi finali come "Left" e "I Don't Have", quest'ultimo uno dei brani di maggior spessore dell'album e probabilmente della carriera della band.
Benchè a tratti i campionamenti risultano sin troppo evidenti, "Curb" presenta degli ottimi spunti, forse azzardo a dire che rientra nei migliori cd alternative rock degli ultimi anni, senz'altro entra nella mia personale top ten. Ci tengo a sottolineare cercando di non essere ripetitivo che l'album rispecchia i veri Nickelback, che pian piano col passare degli anni accantoneranno le loro preferenze musicali e le loro idee per dar spazio ad un pop-rock che sa troppo di commerciale e scontato.
Ascoltate "Curb" , rimarrete non necessariamente soddisfatti, ma sicuramente sorpresi.
NB: La copertina non è quella originale del 1996, a causa dello scarso successo che ebbe all'inizio, il Cd viene ripubblicato nel 2002 sfruttando l'onda di "Silver Side Up", uscito l'anno prima.
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