Un passo indietro per i Nickelback che ritornano col nuovo "Dark Horse". Il precedente "All The Right Reason", rappresenta uno degli episodi migliori della carriera della band canadese, spaziando tra pezzi potenti e travolgenti tipo "Next Contestant" e tracce emozionali come "Savin' Me" e "If Everyone Cared"; l'unica nota stonata era l'indecente "Far Away" che non si capisce cosa centrasse con quest'album. Stavolta i nostri deludono proponendoci un album che sembra essere una spanna sotto rispetto ai precedenti lavori, a tratti monotono e poco coinvolgente a cominciare dal primo singolo estratto "Gotta Be Somebody", assolutamente non all'altezza di pezzi radiofonici e commerciali ma pur sempre di ottima fattura come "Someday" o "How You Reminded Me". 

Si parte abbastanza bene con "Something In Your Mouth" e "Burn It To The Ground", pezzi ruvidi e potenti dove Kroeger mette in evidenza la sua capacità vocale. I nostri danno subito l'impressione di voler picchiare duro sulle chitarre. Dopo il singolo "Gotta Be Somebody", immediato e di buon impatto ma veramente poca cosa rispetto a "Photograph", primo singolo del precedente lavoro, si arriva a quello che probabilmente è uno dei momenti migliori dell'album; l'ottima "I'D Come For You", infatti è il classico pezzo soft in grado di emozionare e catturare l'attenzione dell'ascoltatore in una atmosfera malinconica e drammatica. Con "Next Go Round" e "Just To Get Hight", si inizia finalmente a sentire un pò di hevy rock fatto come si deve, dove primeggiano rocciosi riff e ritmi potenti. A sorprendere però sono gli azzeccatissimi assoli presenti in entrambi i pezzi, finalmente una lieta novità rispetto ai precedenti lavori. Kroeger e Peake sembrano essersi ricordatidi di come si suona una chitarra. Se tutte le tracce di quest'album fossero allo stesso livello della splendida "Just To Get Hight", che sembra strizzare l'occhio ai Metallica di Load, ci sarebbe davvero da divertirsi ma purtroppo non è così. Eccellente l'assolo che esplode dopo due minuti e diciotto di questo brano e che viene riproposto anche nel finale dove fa da sfondo alla voce di Kroeger: entusiasmante. Potevano i nostri esimersi dall'inserire in uno dei loro lavori la classica ballatona poppeggiante: giammai! Ed eccoci infatti a "Never Gonna Be Alone", pezzo che inizia benino con una promettente chitarra acustica ma che poi delude non esplodendo ma anzi incagliandosi in un ritornello troppo mieloso.

"Shakin' Hands" esce fuori dal contesto con un interessante richiamo agli anni settanta mentre con "S.E.X." ritornano le chitarre grezze aggrassive e adrenaliniche: gli ottimi assoli e una martellante batteria rendono queste due tracce interessanti, confermando che i nostri si esprimono meglio li dove c'è da mostrare i muscoli; si tratta però di episodi rari perchè, a prevalere, è la spasmodica ricerca della hit da classifica. Il sound si ammorbidisce infatti con "If Today Was Your Last Day", brano classico e semplice ma per lo meno con un ottima melodia. Il lavoro si chiude nel peggior modo possibile con "This Afternoon", pezzo pop con un richiamo retrò al country assolutamente fuori luogo e veramente troppo banale.

Possiamo dire dunque che "Dark Horse" sia un album ascoltabilissimo ma tuttavia eccessivamente scontato. Buoni gli arrangiamenti e soprattutto ottimo il tentativo di dare verve al lavoro con assoli ben fatti e non banali anche se purtroppo, in questo disco, mancano quelle splendide canzoni che i Nickelback, criticabili quando si vuole, sono sempre riusciti a fare in questi anni. Nonostante ciò, la band canadese, supera ampiamente la sufficienza, presentandoci un lavoro semplice, ben curato, suonato benissimo e con una super produzione; a questo va aggiunto la solita grinta e le superbe melodie di brani sempre interpretati alla grande da Kroeger. Bisogna inoltre premiare il coraggioso tentativo di percorrere la strada del rinnovamento sonoro, e soprattutto una maggiore maturità della band a cui si unisce il netto miglioramento di Kroeger da un punto di vista vocale. Infine vale la pena ricordare il vero limite di questa band: l'obbedienza alle leggi di mercato. In questi anni abbiamo ascoltato splendidi pezzi ma anche canzoni sconcertanti a tal punto da rendere i Nickelback antipatici a molti. Quando la smetteranno con la loro voglia di apparire su MTV, dopo aver ormai venduto ventisette milioni di dischi, e inizieranno finalmente a fare esclusivamente del buon hard rock, cosa che sanno fare benissimo se pensiamo agli esordi, allora forse i complimenti potranno superare le critiche.

Da una band del genere dobbiamo aspettarci e pretendere qualcosa in più.     

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