Istigazione all' incanto...
Non mi capacito come si possa andare oltre "The Marble Index" dove già si gettava la folgorazione dell' annullamento: "Tutti quanti sono scomparsi, quando il gioco inizia non c'è nessuno. E nessun suono ha dichiarato loro che non sono lì, che non sono lì..." (No One Is There). E invece...

Alta, bionda, bella... Antica. Vaghi orpelli di vecchie storie presenti nel precedente lavoro, rimarca la dose ripresentandosi totalmente priva di suppellettili, un massacro assente. Fuorviante per noi è la bellezza materiale fornitagli dalla Natura che allontana l' accorgimento dell' essenza. Ma lei è magnifica da infinite vite che diventa una trappola sofisticata dove noi tutti cadiamo. Il desiderio terreno si materializza, il consumo ci possiede, appannati esaltiamo la parte carnale sia fisica che artistica di ICON, ma qui il "deserto" è pressochè imperscrutabile. Esalare, proiettarsi, estraniarsi è la nostra unica speranza di cogliere baluginanti infinitesimi di questo Aldilà. E sentire qua qualcosa che sta di là non è proprio una cosetta da niente. Ma qui non ho un metro per misurare l' abisso che ci si para innanzi.

Poliglotta di una crociera dove spiega le sue vele mistificando "porti sepolti", rimarca il riflesso deformato dei nostri volti sui corrimano d' ottone per immergerci in un oceano senza fine. Annegare nel naufragio sarà un piacere magniloquente per il nostro involucro ritornato carrozza, come un Alain Delon rinsavito. La Sfinge richiede, per avere la possibilità di passeggiare al suo fianco, "solamente" di farsi cadere in questa fossa delle Marianne per abbandonare i paraventi che nascondono il nulla che ci necessita: Vuoi farlo per Te? Vieni a spasso con Me? "Colui che sa, può pronunciare la parola sconosciuta e incontrarmi sulla riva deserta" (All That Is My Own). Madido di gelido sudore (si, quello a goccioline... si, so' cazzi) ti è proposto di inghiottire il frutto proibito, chiave universale per il Salto.

Un tappeto volante trasla le nostre essenze facendoci galleggiare in uno spazio delirante reminescenze antiche. Ma se si può pianificare il lungo periodo ci è impossibile preventivare l' antico dell' antico. La chiamata è definitiva, qui si "scherza" con strumenti millenari. Dopo un po' non si distingue più la viola dall' "harmonium sfiatato", il flusso sonoro diventa psichico. Un carillon fatalista ti fa girare su un otto volante segnato in orizzontale. Siamo ipnotizzati: "puoi disporre di me come credi, anche farmi a pezzi", implorano i pretendenti affamati dalle briciole della Sibilla. Tutto quello che verrà da te si trasformerà in un feroce Paradiso: regalami un' arancia e la mia vita avrà senso. Devozione impersonale, ecco che cos' è, annullamento per trovare un centramento. Siamo visitati da entità che fatte suono ci comunicano che esiste uno sterminato mondo di cui ignoriamo l' esistenza: "Mio unico figlio non essere così cieco, guarda ciò che possiedi" (My Only Child).

Circe propositiva, è medium che ci collega ad una motivazione trascendentale, unico vero anelito che possiamo avere nelle nostre ripresentazioni terrene: "Confondi la tua brama, conquista ciò che è falso" (Afraid). Il training impersonale è spietato, anche perché si pone esente da giudizî. Lei è lì apparentemente immobile che non chiama e non aspetta nessuno. Il "bella e dannata" è un invenzione nostra, una giustificazione alla nostra impotenza, inopportuni già nel soluto ci scopriamo inesistenti ad accogliere l' assolutezza. Gli appigli sono mani che brandiscono nebbia, la solitudine di Nico ci fa rabbrividire ("Tu sei bella e sei sola"), la nostra ci fa disperare. Piangiamo il nostro mal d' anima e mondiamo con le lacrime la distanza dalla verità. Come una Sirena, proietta in un cinema dell' interiore sogni e incubi contemporaneamente. Per osmosi pulsa in noi la sua cicatrice, e ci fa male. È lì per farti osare di recuperare la tua leggenda. Valchiria dell' inconscio non ci lascia scampo... Volevi la bellezza? Volevi la realtà? Eccola!

Al piano superiore del cono si gioca una partita ancor più acuta di quella che potrebbe giocare un giullare, un eremita o un folle: "Custode della follia Identifica il mio destino Fai rinascere il sogno implorante Perdona il grido supplichevole" (Janitor of Lunacy). Senza fronzoli né cotillon una viola gratta senza sosta dal tuo cuore la crosta di similoro che ti sei costruito. Una voce siderale recide le corde delle possessioni e ti getta davanti ad uno specchio che non ti riflette. L' harmonium ti trasporta in un' angoscia indicibile: soltanto la parvenza della perdizione stimola un cambiamento. Echi d' organo scatenano ataviche paure che ti fanno stringere il "buchettino".

E qui è tutto diverso, Nico racconta l' intimo, l' invisibile, i fasti della nostra anima, il ricongiungimento con l' Unità. Sumericamente Atlantidea è portatrice di un messaggio di morte dove però, giocando con una palla solare, ci suggerisce che la fine è il concreto motore della vita. Col suo impersonale distacco monda illusioni e irrora di compassione le nostre speranze: sempre aspettiamo in dono la spremuta. Profetica parentesi del cielo, verrà a trovarci (interpretando le parole di "Le Petit Chevalier") quando saremo pronti, Annunciazione veicolata da "le petit Ari" che con la sua vocina monta una strizza occulta.

Ordunque, affrontiamo la caduta, abbiamo una guida competente, ed è pure bella!

Il tempio di Päffgen è una costruzione psichica, il braciere arde sempiterno. Narcotizzati da questo elisir di lunga disperazione ci abbandoniamo in questo pozzo di coscienza. L' assuefazione a questa droga diventa lecita. Medusa mondatrice ha l' accortezza e la benevolenza di non indugiare nel suo messaggio per più di una mezz' oretta, già così ci fa il culo a strisce, oltre rischieremmo la pietrificazione. Amazzone, ha dato sempre battaglia per il giusto, sente ancora quando è stata trafitta alle spalle, non c' è molto dolore, il metallo esce, il sangue sgorga copioso, nel dissanguamento ti addormenti. Millantata ammaliatrice ricorda l' odore della sua carne bruciata quando è stata arsa viva, ricorda il fetore dei suoi carnefici: "Padre Figlio Angeli della notte adornate d' argento la luce della mia candela" (The Falconer).

Tutte queste cose ce le racconta tracciando una biografia del suo Eterno, la sposa divina ricorda le sue morti, bianca cavallerizza dell' Apocalisse invita alla rinuncia. Non c' è definizione per i brani: oltre l' angoscia, oltre la paura, oltre l' arcano, oltre la tenebra, oltre... Quelle trombe su "Mütterlein" che gridano: "Ricorda che devi vivere!" Nessun mobile dentro la casa, nessun oggetto, nessuna casa...

La dipendenza dall' eroina si manifesta bizzarra: è la sostanza impropria a risultare drogata. Nelle vene scorre una linfa che ha assistito ai fasti leggendari dell' età dell' oro. L' assuefazione è proiettata nel non tempo. Le stanze aperte sono talmente oscure che ci abbagliano come un fungo nucleare. L' implosione fa luce sul piano della piramide occupato dalla teutonica reincarnazione: poche pietre in prossimità della punta, la solitudine è conquistata. In cima alla piramide l' occhio si chiude, questa volta al femminile assistiamo al rifiuto del "tutto questo sarà tuo!", non crediamo alle banconote false: " In Christa We Trust!"

La Papessa è circondata di nulla, il rumore del niente è assordante, il suo trono è una Sfinge, il volto è celato, nella mano sinistra tiene le chiavi di quelle stanze che non hanno pareti, nella mano destra stringe il Liber Mundi. Il simbolo Yin Yang sulla copertina si adatta all' ambiguità sessuale della sua voce e ci aiuta a recuperare la nostra androginia originaria. La corona di Lune illumina le nostre eclissi, dietro di lei le due colonne B&J (che non è una marca di whisky) sorreggono il velo di Maya. Avremo il coraggio di strapparlo? L' esotico invito è un biglietto di sola andata: arrendetevi!

Ardore e aridità convivono, dismettere in osceno l' immediato, questo è l' unico teatro possibile. Non c'è inganno, non c'è scambio a Ibiza, non è più tempo per la tintarella. Prima di lei c'era solo l' ombra della luce ma l' ombra di Nico è più bella di Nico... e abbronza.
"L' incertezza è il tuo regno
In delizia si muta il tuo dolore
E t' avvolge nei flutti vittoriosi"
(Mütterlein).
Coraggio...

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