"Sei un fottuto ritardato. Sei solo un fottuto ritardato del cazzo."
Tony deve cambiare vita, perché questo sporco mondo non gli appartiene più. Forse è pure diventato padre. Sua madre è morta un anno fa, mentre lui era in gabbia. Non una lacrima.
"Sei un inutile coglione."
Un padre inesistente, il Duca, che pensa al suo figlio più piccolo e crede che Tony ormai sia spacciato, irrecuperabile. Un perdente.
Un film dal titolo fuorviante. Un documentario sulla vita di poveri disperati, inetti e asociali (nel senso di totalmente estranei alla società).
Il sesso è solo pornografia, l'arrivo di un figlio è solo un problema economico, festeggiare significa 3 cose: alcool, droga e puttane.
L'esistenza è routine, andare avanti passivamente, trasportati dal caso. Forse tutto ciò accade quando non si hanno più obbiettivi. Quando non si hanno più sogni.
Bestie nella civiltà.
Tony si fa trascinare da quel paranoico di Kurt in situazioni totalmente insensate, entrambi col cervello bruciato da decine di sostanze tossiche, usate e abusate più per autodistruzione, che per sballo.
Refn dipinge delle composizioni urbane stilosissime, riesce a creare suspense, a coinvolgere e addirittura ad emozionare. La classe del regista danese è questa: riesce ad emozionare con poco, un po' come in Drive, in cui è riuscito a costruire una storia d'amore fatta di pochi sguardi e silenzi, più profonda di quelle viste in centinaia di film romantici.
"Sei una delusione continua. Un ritardato. Sparisci, coglione!"
Tony è impermeabile alla vita, il sesso non ha più senso, neanche la morte dà più brividi.
Solo due esplosioni di violenza, che non sono dettate dalla rabbia, ma dalla frustrazione. L'essere bloccati in un'esistenza vuota, circondati da personaggi vuoti. Morti ambulanti.
Refn allestisce una scena visivamente splendida e ricca di significato: Tony, in treno, ai margini del vagone, con il treno che si avvicina alla fine di un tunnel illuminato. Immagine emblematica e chiarissima.
Non resta che sparire, raggiungere la luce in fondo al tunnel.
Tony non può salvare se stesso, è rassegnato, incapace di costruirsi un futuro.
L'unica speranza è allontanare quella piccola creatura, che forse non è nemmeno suo figlio, da una trappola di nulla, da un labirinto di fumo denso e polvere bianca.
"Non puoi salvarti.
Sei solo un ritardato del cazzo."
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