Francamente non riesco a capire proprio la ratio di un film di questo tipo.
Chi lo produce? Perché? Con quale scopo? A quale pubblico è destinato?
I b-movie di fantascienza, ancora prima i film horror, avevano dei riferimenti definiti: una comunità ampia di appassionati interessati al genere prestava attenzione a ogni produzione. C'era uno scambio sotto-culturale continuo. Così aveva senso anche girare film a basso oppure bassissimo costo, magari anche dai contenuti ingenui, perché c'era da una parte una continua richiesta di materiale; da l'altra la voglia di mettersi in gioco e lanciarsi all'avventura facendo cinema.
Considerate che questo tipo di sotto-cultura, 'sotto-cultura' nel senso di cultura sotterranea, in un paese come gli Stati Uniti costituiva un fenomeno molto rilevante. Numerose erano le cosiddette 'fanzine' di appassionati e che poi ospitarono molto spesso le opere prime di grandi autori del genere.
Ma questo film qui invece?
'Stasis' (2017) di Nicole Jones-Dion è chiaramente una produzione di serie b: ne possiede tutte le caratteristiche.
Sebbene la qualità delle scene in sé non sia bassa, è evidente che la direzione del film così come la recitazione degli attori non siano di primo livello.
Inoltre il film probabilmente pretendeva per quella che è la storia alcuni effetti scenografici che sono evidentemente resi in una maniera per come dire 'povera'.
La verità è che nel mondo del cinema a differenza della musica in alcuni casi hai comunque bisogno di un budget minimo per girare un film.
Sicuramente ne hai bisogno per girare un film come questo.
Hai bisogno in primo luogo della strumentazione adeguata, dopodiché hai bisogno di tecnici. Infine di un buon numero di attori e se possibile almeno di un paio di protagonisti di 'qualità'.
Eppure anche senza trovarci di fronte a una qualche opera di primo piano, ci devono essere stati comunque dei produttori che hanno investito in questo film e nella specie i produttori diciamo 'importanti' ci sono perché il produttore esecutivo dell'opera è lo stesso di un colossal come 'Cloud Atlas'.
Eppure non riesco a capire perché si sia voluto portare avanti un progetto di questo tipo.
Forse l'idea originale sembrava buona ma poi lo sviluppo ha disatteso ogni aspettativa?
In verità non ci sono però proprio spunti e momenti interessanti per tutta la durata del film, che riprende con toni più leggeri, quasi da teen-ager movie, temi e idee di altri film famosi di fantascienza. Penso a 'Matrix', ma soprattutto a 'L'esercito delle 12 scimmie' di Terry Gilliam.
Anzi direi che potremmo possiamo benissimo dire che il film tratta e in maniera simile nelle idee di partenza e pure nello sviluppo delle prime azioni, esattamente lo stesso concept del bellissimo film capolavoro di Gilliam.
Ci troviamo di fronte a un immaginario che affascina sicuramente perché ci sono in ballo questioni come il viaggio nel tempo e con l'obiettivo di intervenire per cambiare il tempo futuro e salvare l'umanità dal degrado più totale.
Immaginare all'inizio tutta una serie di sviluppi e intrecci temporali è inevitabile, ma lo spettatore viene presto disilluso quando poi alla fine persino gli stessi personaggi dichiarano inaspettatamente e senza che ci sia stato nessun processo speculativo particolare, che essi stessi ritengono questi viaggi inutili per fermare l'inevitabile.
La trama: siamo nell'anno 2067 e il mondo è stato completamente distrutto da una non meglio precisata guerra nucleare.
La popolazione mondiale è decimata, le condizioni di vita dei sopravvissuti indigenti e su tutti regna una specie di impero che nella estetica ricorda molto alcune soluzioni 'Star Wars'.
Nella pratica infatti i capi sono dei militari che vengono sempre e solo visti durante consulti in 'plancia' e postazioni di controllo.
Il film non ci dice altro su di loro. Probabilmente non ne ha neanche il tempo perché a un certo punto mette troppa carne a cuocere e succede che troppi punti restano in sospeso o comunque senza una spiegazione.
Ma va bene.
Proviamo a giudicare il film anche considerandone questo limite.
Un gruppo di persone si organizza e si ribella alla situazione e scopre come adoperare clandestinamente dei 'buchi temporali' per fare dei salti nel passato.
Ovviamente questo tipo di azione è vietato ma i ribelli la adoperano come tentativo di ribaltare la situazione, inviando dei loro agenti nel tempo passato a tentare non meglio precisate operazioni di disturbo.
Il viaggio nel tempo avviene con modalità che in parte ricordano ancora effettivamente 'L'esercito delle dodici scimmie': i viaggiatori entrano in uno stato di 'stasi' e di totale incoscienza e secondo meccanismi non precisati, in determinati punti del passato, ma in questo caso prendono letteralmente in uso come 'contenitore' i corpi di persone che in quel determinato frangente stanno perdendo la vita.
È così che i due protagonisti Lancer e Seattle affrontano il viaggio nel tempo ritrovandosi a vivere in un'epoca che considerano ideale e che non è la loro e con la mission precisa di interagire con gli altri ribelli in loco per intervenire e cambiare il futuro.
Ovviamente tutto sarà subito reso complicato da l'intervento delle forze avverse che mandano sul campo - cioè: indietro nel tempo - uno dei loro migliori e più spietati agenti. Dotato in possesso tra l'altro di una nuova pericolosa tecnologia.
In tutto questo scenario si aggiunge un'altra variabile: qualche volta succede che uno dei 'contenitori' appartenga a persone che effettivamente non fossero deputate a morire e che per questo non riescono a trovare 'pace' e diventano una specie di spettri.
Questo succede nel caso di Seattle e del suo contenitore Ava, che inizialmente inconsapevole riguardo tutto quello che le sta succedendo, decide di ribellarsi alla situazione e diventa una specie di terzo incomodo.
Non ci sono particolari colpi di scena a ammesso vi interessino, intense scene d'azione.
Mancano effetti speciali particolari e in ogni caso fondamentali momenti di pathos.
Eppure lo ho guardato tutto dall'inizio alla fine, sperando nel finale di avere un colpo di scena, qualche cosa che permettesse di salvare il genere umano o comunque l'intero film. Peccato.
Forse quello che manca in questo caso non è neppure tanto la qualità del film quanto la mancanza di un contesto più ampio come quello cui facevo riferimento all'inizio della recensione. Manca il fascino della fantascienza che c'era una volta e che oggi non c'è più perché sono cambiati i gusti e sono cambiate le mode e forse perché in generale c'è meno capacità di sognare il futuro rispetto a una volta.
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