Vediamo un po' di rimestare nella memoria senza doverne estrarre chissà che di così bislacco... d'altronde mi ci sono ficcato io in questa matassa e quindi proviamo ad arrivare al bandolo. Poco fa parlavo di memoria; ebbene, soltanto sulla scorta di essa mi vien da dire Jesus Lizard. Un punto di partenza, ecco, questo mi serve e la memoria me lo ha fornito. Non è paragone ma mero punto di partenza. Jesus Lizard. Molti di voi li ricordan di sicuro, ne sono certo. Ebbene, prendendo come punto di partenza il sound scarno e squadrato del gruppo di Chicago credo di non esser troppo fuori fuoco. Soltanto che ho detto sound scarno e squadrato... jesus lizard, va bene, questo è l'incipit... i jesus lizard che va a sapere il perchè sottopongono il loro sound all'ingrasso, come se lo portassero tutti i giorni da mcdonald a ingozzarsi di cheeseburger, big mac, pataine affogate nel ketchup e coke giganti, a pranzo merenda e cena. Chiaro come il sole che questo sound fa la fine di tanti bambini e adolescenti americani e diventa una palla di lardo, si trascina a fatica, suda sempre e ansima. L'obesità presto lo getta nelle spire della depressione che lui (il nostro caro sound) tenta di alleviare con straordinarie quanto nefaste miscele a base di farmaci, alcolici vari e droghe perlopiù allucinogene (ingredienti questi per i quali provava già una certa affezione prima dello status di obeso) mettendo così a repentaglio anche il suo equilibrio mentale già reso labile dalla fase depressiva. Gli stessi Lizards, schifati dall'oscenità di ciò che han fatto, con la scusa di un giro in macchina a stripparsi un po' pestano a sangue il loro aborto e lo abbandonano in una squallidissima periferia, fumosa e disseminata di carcasse sia umane che meccaniche. Senza neanche rendersene conto son finiti fino a Boston! Scherzi dei trip d'acido!!! Il nostro povero derelitto si ritrova abbandonato in una città sconosciuta, senza niente, senza soldi, senza cibo, senza alcol, senza droghe, a vagare per la periferia portuale mendicando da bere e mangiare ai barboni diffidenti che subito lo prendono di mira perchè è un ciccione.

Ma tra le varie genti che bazzicano al porto ci sono tre tipetti, Alex, Cotie e Robert che sono più affabili degli altri, che dimostrano amicizia ed interesse. Insomma, anche in quella terrificante suburba, musicisti. Nightstick. E il gioco ricomincia. E l'alcol e le droghe e la musica, soprattutto la musica. Sì perchè i tre tizi in arte Nightstick sono musicanti, buoni musicanti, ma troppo stravolti, sconvolti, disillusi e perdenti per dedicarsi a un'arte così sublime come se fosse un idillio quindi col nostro obeso sound tossico e depresso ci vanno a braccetto, passano una settimana a ubriacarsi tutto il giorno, rollando canne e spalmadosi sulla lingua piccoli francobolli colorati molto utili se si desidera spaziare un poco negli abissi del proprio infinito. Ne risulta un'alchimia perfetta. I tre Nightstick fanno di quell'adolescente obeso un terrificante mastodontico sociopatico alienato, lo filtrano attraverso i carburatori delle auto che intasano il traffico di Boston, lo esalano lungo le ciminiere delle fabbriche, lo fanno stagnare nelle pozze di olio bruciato nei desertici parcheggi, schizza nelle vene riarse dei tossici e nelle budella tumefatte degli alcolizzati che pestano le mogli e i figli dentro a stamberghe smarrite in moloch di cemento metropolitano. Ora il sound non è più solamente squadrato ma talmente monolitico che procede per blocchi e "Workers of the world unite !!" ne è il chiaro (o meglio grigio per lo smog) manifesto. Ho voluto raccontare questa storiella piuttosto che scrivere una recensione vera e propria perchè mi divertiva di più, dato che credo fossero gli stesi Nightstick dei gran burloni e poi non è così facile parlare della loro musica.

Qui di base c'è l'hardcore (sloooow) impastato alla psichedelia più bastarda e selvaggia. Molto spesso si fa vivo il dottore pazzo dei manicomi di una volta ed inietta al bestione delirante robuste dosi di noise rock che ne aumentano le dissonanze frastornanti. Ma il meglio (o il peggio) sono quei blocchi sonori di infame tonnellaggio che ti cadono addosso uno dopo l'altro e c'è soltanto il salmo rauco e perduto di Alex Smith ad accompagnarli. Per quel che mi riguarda I Nightstick sono stati una band fantastica, assolutamente unica; stravolti dalle droghe, dall'alcol, intossicati dal monossido di carbonio dei tunnel, dalle scorie radioattive, alienati da chilometri a perdita d'occhio di asfalto e cementificazione, secondo me i Nightstick sono stati la versione americana e quindi - per forza di cose - metropolitana degli Electric Wizard. E forse 'stavolta il paragone ci può stare. Sò bene che del disco in se e per se non ho detto quasi nulla ma se volete scopritelo da voi, ne vale davvero la pena, soprattutto se vi siete sciroppati 'sta pappardella de robba in cui mi sono cimentato.

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