Esistono gruppi che, nel bene o nel male, riescono a far parlare di se ad ogni nuova uscita discografica ed la band nordica dei Nightwish rappresenta perfettamente questa situzione, facendo sempre gridare, secondo il parere di alcuni al miracolo e secondo altri al più totale "schifo" musicalmente parlando; tanti anni fa, quando ancora il gruppo era inesperto e quando ancora nessuno avrebbe mai puntato su di loro, Toumas, accompagnato dall'avvenente mezzo soprano Tarja, con l'aiuto del chitarrista Empu, del batterista Jukka e del non troppo dotato bassista Sami, danno vita a quello che resterà per tutto il corso della loro carriera l'unico disco degno di grande attenzione.
Dediti ad un power metal dalle decise sfumature gothic, questi cinque inesperti ragazzi, riescono a creare un album decisamente buono, nel quale quantità industriali di doppia cassa, gorgheggi di Tarja e melodie particolarmente easy-listening regnano. Il disco di apre con la canzone "The Elvenpath", dove i musicisti si dimostrano quasi tutti in possesso di discrete doti musicali, con una nota di lode per tastiere e voce: unico appunto che si possa fare alla traccia è quello di presentarsi non proprio originale, ricordando molto da vicino alcune sonorità tanto care a bands quali gli 'Stratovarius'. Si continua con una delle più belle composizioni del gruppo: "Beauty Of The Beast", che ancora una volta si basa su sonorità speed power dal retrogusto gotico, nel quale spicca il bellissimo dialogo cantato tra la bella, naturalmente interpretata da una magistrale Tarja e la bestia, alla quale è il tastierista, che purtoppo deve pagare una voce che a confronto della collega sfigura fortemente, a prestare la voce. Nella traccia, che trasuda emozioni da ogni nota, viene sottolineata una prestazione vocale della singer veramente da brivido, alla quale fa da cornice una sezione melodica di gran gusto.
Si prosegue con la gotica "The Carpenter", canzone abbastanza atipica, nella quale un basso pulsante e un riff di chitarra abbastanza ripetitivo, vanno a tessere una canzone triste e vagamente decadente; le strofe interpretate ancora una volta dal tastierista, accentuano ancor di più la piattezza del brano, che riesce a risollevarsi grazie all'apporto della vocalist nel ritornello. Unico punto a favore della track è lo splendido testo, veramente sprecato per una canzone del genere. Si tornano a calpestare dunque territori power con uno dei punti più alti dell' album: "Astral Romance", canzone nella quali ottavi in quantità industriali, partiture pompose di tastiera e un riff di chitarra corposo, danno vita ad una base melodica eccellentemente condotta poi dalla voce dell' immancabile Tarja.
Il successivo brano, "Angels Fall First", ci conduce in uno splendido viaggio acustico, nel quale oltre alla cristallina voce del mezzo soprano, spicca la base musicale orchestrata quasi completamente dalla chitarra di Empu, accompagnato in alcuni frangenti da strumenti quali il flauto: ottima track che si eleva a capolavoro. Dopo cotanto bene, si passa sfortunatamente a quello che è l'effettivo punto debole del disco, sto parlando dell'orientaleggiante "Tutankhamen", orrida speed-track che risulta essere eccessivamente forzata nella parte melodica, che più che originale si presenta come un esperimento mal riuscito. Si ritorna su territori più congeniali alla band con "Nymphomaniac Fantasia", pezzo di power melodico, fornito di un lungo intro di grande effetto, al quale si allaccia un discorso musicale tutto giocato su un pregevole utilizzo di tastiere. Discreta risulta essere anche la parte ritmica, mentre le chitarre sembrano relegate in secondo piano. "Know Why The Nightingale Sings?" cade nell' anonimato, ricordando un pò troppo da vicino le composizioni tipiche del power made in Nord Europa. Discorso a parte va fatto sull'ultimo brano, nonchè vero e proprio CAPOLAVORO, "Lappi (Lapland)", traccia divisa in 4 episodi, tutti diversi uno dall'altro, i quali vanno ad esplorare vari campi musicali, partendo da parti sinfoniche sino ad arrivare a parti più elettroniche e distorte. L'album si chiude così, presentando pregi e difetti di una delle più importanti e famose power/melodic metal bands del mondo.
Per chiudere vorrei spendere due parole sugli aspetti più tecnici:
1) L'album non godette assolutamente di una produzione adeguata
2) Si notano alle volte delle mancanze tecniche da parte dei membri del gruppo, ma va anche detto, a loro discolpa, che l'età media era relativamente molto bassa e ciò fa comprendere anche il grande sforzo che si presenta dietro questo buono album, che sfortunatamente non sarà seguito da un successore degno.
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