Se ne parla ormai da tanto, forse troppo tempo; le voci di corridoio sulla nuova frontwoman dei Nightwish sono state numerose, molte senza alcun fondamento, ma con grande riserbo la band di Tuomas Holopainen è riuscita a mantenere il segreto fino all'ultimo momento. Da pochi giorni la notizia è stata però ufficializzata: la svedese Anette Olzon è diventata la nuova cantante della famosa band finlandese, colei alla quale i compagni di squadra hanno deciso di affidare il posto che in passato fu degnamente occupato dalla carismatica, talentuosa ed amatissima Tarja Turunen, licenziata in seno al gruppo, senza preavviso e per cause alquanto discutibili a seguito di un fortunatissimo tour mondiale conclusosi nel 2005, immortalato nel DVD di recente pubblicazione "End Of An Era".
Il 2006, al di là dell'attesa estenuante alla quale il mondo musicale è stato sottoposto, non è stato in realtà un vero e proprio anno di pausa. I fan sono stati infatti intrattenuti a dovere da una serie di trovate pubblicitarie e da assidue interviste da parte dei magazine di settore, mentre Tuomas e compagni hanno avuto modo di stendere alcune delle canzoni che andranno a far parte del nuovo studio album dei Nightwish, il sesto della loro carriera, attualmente previsto per settembre. Tra queste comparirà anche "Eva", primo singolo estratto, acquistabile soltanto attraverso i musical downloads di tipo legale a partire dal 30 maggio.
Considerate le peculiarità di questa release, alquanto discutibili anche da un mero punto di vista commerciale, sento di dover annunciare sin da subito che, al fine di avere un'idea chiara sul nuovo percorso musicale dei nostri, l'utilità di questa canzone è praticamente pari a nulla. Un semplice brano, un piccolo premio di consolazione che fa nuovamente fermentare una nota sensazione di suspence che in fin dei conti sarà placata solo ed esclusivamente con la prossima pubblicazione. "Eva" non è nient'altro che questo; se da un lato ci permette di scoprire (parzialmente) le potenzialità della nuova singer, dall'altro lascia alquanto sconcertati sulla rotta musicale che i nostri hanno deciso di intraprendere. Non resta dunque che ascoltare questo brano per concedersi un breve e fugace contatto con i nuovi Nightwish.
Le note di un pianoforte, supportate a dovere da archi e fiati, ci trasportano sin da subito in un trionfo di grandeur classica contraddistinta dalle classiche atmosfere degli episodi più soffusi dei vecchi dischi, dolci e malinconiche come un tramonto invernale nella terra dei Lapponi. La voce di Anette, piuttosto aggraziata nello stile ma alquanto latente nell'impatto generale, aiuta a diffondere una piacevole e rasserenante sensazione, grazie soprattutto ad una performance nella quale è impossibile riscontrare il minimo eccesso. Il suo incedere è piuttosto pacato e non fa che accarezzare l'ascoltatore e scioglierne le difese, anche se in realtà è la sezione orchestrale il vero punto di forza del brano. Solo nel finale assistiamo ad una piccola incursione elettronica da parte delle chitarre: un vibrante solo di Emppu lancia il brano nella sua ultima ripresa, culmine di un episodio che lascia dell'amaro in bocca in quanto trasmette l'evidente sensazione di non trovarsi al cospetto di un capolavoro. In questo singolo purtroppo non vi sono tracce d'innovazione: la nuova arrivata si dimostra professionale e preparata, ma in più di quattro minuti non riesce a trasmettere le emozioni che la voce di Tarja diffondeva nel cuore solo dopo qualche secondo. La componente metal è completamente assente: si tratta di una ballad tutto sommata carina che per certi versi rimanda addirittura ai climi invernali di "Angels Fall First" e "Oceanborn", ma paragonata ad esempio a "Forgiven" dei Within Temptation o a "Cry With A Smile" degli After Forever non può che perdere la sfida e scomparire nel nulla. Solo la romantica atmosfera infusa in queste note, così come il sognante testo, non delude le aspettative.
"Eva" si porta a casa una piena e fiduciosa sufficienza, ma lungi da me l'intenzione di emanare un giudizio definitivo sul nuovo corso dei Nightwish; d'altronde un solo brano è ancora troppo poco per poterlo comprendere e valutare. I nostri hanno deciso di farci aspettare ancora un po', chissà, magari per fare il botto e cancellare in un sol colpo i fasti delle due band "rivali" sopraccitate, e noi non possiamo che sottometterci alla loro volontà con una semplice ma tutt'altro che vana speranza di vederli nuovamente regnare sul trono del metal sinfonico.
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