The importance of being Nina Hagen: curiosità, stravaganze ed altre meravigliose anomalie, capitolo I.

Una Nina Hagen sconosciuta ai più, pochi anni prima dal 1978, della sue Egira dall'est verso l'ovest e prima di diventare a tutti gli effetti la Diva Nina, regina della Neue Deutsche Welle. All'epoca era poco più che un'adolescente, che si apprestava a diventare la popstar numero uno della DDR, lanciata in orbita dal successo del primo singolo "Du Hast Den Farbfilm Vergessen", pubblicato dalla Amiga, storica etichetta di stato oggi assorbita dalla Sony BMG. Voce, presenza scenica, carisma e colori straripanti erano quasi borderline per le vedute ristrette del regime, e Nina Hagen & Automobil, questo il nome della sua prima, vera band, non arrivarono mai ad incidere un LP, limitandosi ad un altro paio di singoli e varie incisioni mai ufficialmente pubblicate; Nina se ne andò prima, per il suo bene e per il bene dell'arte, terminando così questo primo assaggio di celebrità. Rimangono queste tredici canzoni tutte risalenti al periodo 1974-1975, probabilmente il repertorio completo di Nina Hagen & Automobil, una manna del cielo che farebbe la felicità di qualsiasi ostalgico, collezionista di modernariato musicale o curioso in generale.

Questa oscura compilation, probabilmente qualcosa di relativamente comune nei cestoni "tutto a 2 Euro" o negli autogrill teutonici, è a conti fatti il primo, vero album d'esordio di Nina Hagen, un documento di grande valore storico, un frammento di un passato che non dovrebbe essere dimenticato ma anche un ascolto veramente piacevole. Se conoscete il primo album degli ABBA, "Ring Ring", sappiate che questa Nina pre-istorica ne segue grossomodo le coordinate stilistiche, proponendo un bubblegum pop giovanile, allegro, leggero e spensierato, a volte dai toni smaccatamente parodistici, con quella voce inconfondibile come marcia in più. Oltre alla sottile satira di "Du Hast Den Farbfilm Vergessen" con il suo fresco swing, il brano più conosciuto del lotto, sono presenti anche gli altri singoli pubblicati dal gruppo nella sua breve esistenza, ovvero una "He, Wir Fahren Auf's Land", spassosa marcetta con basso ed ottoni in evidenza e il vaudeville di "Hatschi-Waldera", in cui Nina mette in mostra le sue straordinarie qualità di intrattenitrice e teatrante simulando alla perfezione un raffreddore, a cui è dedicata questa esilarante canzonetta. Tra i pezzi forti si segnalano anche "Wir Tanzen Tango", di cui basta citare il titolo per rendere l'idea e la vezzosa ballata orchestrale "Honigmann", notevoli le influenze rockabilly tra cui spicca "Rangehn", che verrà riproposta senza neanche poi troppi stravolgimenti in "Nina Hagen Band", palese dimostrazione di coerenza ed orgoglio per le proprie origini, le sgallettatissime "Mama" e "Was Denn", che nulla hanno da invidiare a "Crazy Little Thing Called Love" dei Queen e "Komm, Komm", un quasi blues rock sorprendentemente maturo.

Altre canzoni si muovono invece sulle coordinate di un pop orchestrale anni '60, la ballad sentimentale "Wenn Ich An Dich Denk", quasi epica e classicheggiante nel suo arrangiamento tremendamente demodè ma efficace, la buffa e frizzante "Ich Bin So Alt" con il suo piano e la trombetta che fischia spensierata e il rockettino innocuo ed easy-listening di "Ich Bin da Gar Nicht Pingelig", mentre "Das, Weil Ich So Schon Bin" dimostra una certa ambizione, un tentativo di mischiare un po' le carte unendo orchestrazioni, cori e piano con chitarre molto più graffianti (per la media dell'opera) e un cantato più aggressivo, un prototipo del più classico stile Nina Hagen, ancora ibrido ed incerto ma già riconoscibilissimo. Questa era la Diva Nina ai suoi esordi, una ragazza acqua e sapone con un meraviglioso sorrisetto furbo da simpatica canaglia stampato in faccia. Un po' camp, caramellosa e kitsch all'inverosimile ed apparentemente ingenua, eppure mi ritrovo spesso a canticchiare questi motivetti demodè; sarà perchè li canta Nina Hagen, ma qui già si percepisce il seme di una grandezza destinata a sbocciare, e la stessa Nina non ha mai rinnegato questi suoi trascorsi bubblegum, no, lei non è una puttana che si da via per due soldi, e dopo aver conosciuto approfonditamente questo lato nella sua vastissima personalità tutto mi è più chiaro, ora capisco perfettamente cosa ci stanno a fare pezzi come "Wenn Ich Ein Junge War" o "Fall In Love Mit Mir" in un disco come "Unbehagen".

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