Iniziamo col dire che questo disco è il remix di "Broken", ep composto da 6 tracce più 2 ghost-track. Questa rivisitazione invece è composta da 6 tracce ma questa volta effettive. Parliamo della cosa che subito dà all'occhio vale a dire l'artwork. Curato ma essenziale bello nei colori ma senza strafare. Inserendo il cd nel proprio lettore si parte subito con "Gave Up" remixato a cura dei Coil con il supporto di Danny Hyde. I primi due minuti sono quasi riposanti poi inizia la furia industriale che è davvero spaventosa ma allo stesso tempo bellissima. Credo che sia la migliore traccia dell'intero Ep. "Wish" è curata da J. G. Thirlwell. Su questa traccia non c'è stato un grandissimo lavoro, è simile alla versione originale a differenza che spacca quattro volte tanto. "Happiness in Slavery" è remixata dallo stesso Reznor dall'amico (di quei tempi) Chris Vrenna e da P. K. È ricca di arraggiamenti originali ed è fatta molto bene. È il turno di "Throw This Way" assemblata ancora una volta dalla premiata ditta Reznor-Vrenna con la partecipazione nientepopodimeno di Butch Vig... i migliori sapranno chi è costui. "Fist Fuck" è una canzone dalle ritmiche molto tribali, veramente un pezzo che si discosta quasi di netto dai Nine Inch Nails che conosciamo, ma questo è il bello... Il bello che ogni disco della band di Trent ci sorprende sempre e comunque. Il minicapolavoro si chiude con "Screaming Slave" che in realtà sarebbe ancora una volta "Happiness in Slavery" ma cambiata di titolo innanzitutto. La partecipazione a questa canzone è di tanta gente: Reznor, Vrenna, Kennedy, Beavan, Brumbach, Flanagan. In questo pezzo di chiusura si ritorna alla rabbia e perversione a cui i NIN ci hanno abituato. Nell'intermezzo si sente anche un uomo sotto tortura...
Premesso che io odio i remix, le rivisitazioni dei singoli pezzi e cose di altro genere, per Mr. Self-Destruct faccio un eccezione. Fatela anche voi.
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