Eccolo, il mio diario degli errori. Ho sempre apprezzato i Nine Inch Nails, fatto salvo un inizio difficile dovuto al fatto che, beh, a quindici anni non capivo un cazzo.

Ma un loro disco che ho sempre fatto fatica ad ascoltare è stato il loro esordio Pretty Hate Machine. Una versione al testosterone dei Depeche Mode con un rocchettaro ammeregano bel tenebroso alla voce, ecco cosa mi sembrava. Se volevo sentirmi il synthpop darkettone mi ascoltavo i Depeche Mode, se volevo sentirmi i rocchettari ammerregani mi ascoltavo, cazzonesò, i Soundgarden, se volevo sentirmi qualcuno dire che Dio è morto e non importa a nessuno, allora mi ascoltavo The Downward Spiral. Oppure gli Slayer, che non c'entrano niente ma vanno bene in qualsiasi occasione.

Insomma, io consideravo Pretty Hate Machine come un normale disco di synthpop con le chitarre con una patina un po' abrasiva che fa tanto bello&dannato. Ho iniziato a mettere in dubbio la mia visione una volta che mi sono soffermato a pensare quanto fosse divertente il fatto che molti detrattori dei Nine Inch Nails dicono di non apprezzarli proprio dicendo che Trent Reznor non ha fatto altro che prendere intuizioni da gruppi precedenti, più estremi e innovativi, e che le ha rimaneggiate quel tanto che basta per renderle commerciali e con un'immagine darkettone per far presa sui giovani. Insomma, loro considerano Pretty Hate Machine un cattivo disco industrial con una patina un po' pop che lo rende appetibile alla plebe.

Detto in synthesi, Trent Reznor sarebbe soltanto un "furbetto". Non voglio polemizzare con nessuno, ma io odio sto termine (ma la colpa è anche dei tiggì e dei loro "furbetti del cartellini", mammamia che odio). E io sono in disaccordo su un dettaglio essenziale: per me non ci sono "musicisti furbetti", ci sono solo cialtroni o gente che ci spiazza perché cambia le carte in tavola. è la solita diatriba tra immobilismo e cambiamento, capite? E se pensiamo che non è possibile limitarsi a copiare solo la roba vecchia e che non si può pretendere che chiunque pensi unicamente a suonare più estremo ed elitario dei predecessori, allora direi che rivestire in salsa più orecchiabile idee altrui non mi sembra automaticamente cialtroneria, specialmente se questo debito col passato viene riconosciuto e valorizzato.

Ora resta da dire come ho capito di essere stato anch'io nel torto. Cioè: è vero che i Nine Inch Nails nascono come band synthpop dai suoni più sparati (ai curiosi consiglio di ascoltare il demo Purest Feeling su youtube), ma è anche vero che già al suo debutto Trent Reznor aveva prodotto qualcosa che vale la pena ascoltare ancora oggi. E l'ho capito ponendomi una domanda semplicissima, tanto semplice che mi sono sentito uno stronzo: cos'è che rende speciali i dischi dei Nine Inch Nails, tanto i disconi quanto gli album meno riusciti? Parliamoci chiaro: non sono né la voce, né la composizione né l'immagine. Queste sono cose che possono farceli amare o odiare, ma ciò di cui parlo è qualcosa di oggettivo. Oggettivo come il fatto che i Dream Theater sappiano suonare, e che nonostante a me facciano schifo al vomito io non possa dire che non sappiano suonare. Semplicemente hanno il suono.
E sì, ci sono mille dischi con produzioni ultrastramegafighe, ma Pretty Hate Machine non solo ha qualcosa che fino ad allora si era sentito poco in classifica, ma che anche adesso, dove tutta la roba che vende sembra essere leccatissima e iper-compressa, anche adesso che si può scavare all'infinito su internet alla ricerca di artisti di nicchia, anche adessp è difficile trovare dischi con un suono simile. Magari il gusto si è evoluto, magari le parti vocali di Down in It adesso sembrano reppettino scrauso, magari adesso The Only Time e Ringfinger paiono solo mezze cafonate con le tastiere, ma trovatemi qualcos'altro che suoni così. Se Pretty Hate Machine non vi piace, probabilmente dovete solo alzare il volume.
Vi piacciono le chitarrone? Ascoltatelo come un disco rock. Vi piace l'elettronica? Ascoltatelo come un disco tunz-tunz. Non vi piacciono i tamarroni? Eppure un disco con un suono del genere potete godervelo tranquillamente anche ascoltandolo al 99% con la testa e all'1% con la pancia.

Con questo sbrodolamento ho voluto solo togliermi qualche sassolino dalla scarpa e raccontare come sono cresciuto come ascoltatore. E spero che chi legge sarà clemente con me se, alla fin fine, ho scoperto l'acqua calda e ho scritto un doppione.

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