Sto dormendo, o forse sono sveglio, o forse sono semplicemente impazzito e leggo come in un libro caotico ciò che è scritto nella mia anima… Sento rimbombare, nel buco che ho al posto della testa, un colpo, come se fosse un martello che mi sfonda i timpani e una voce che non mi appartiene… o che forse è sempre rimasta nascosta dentro di me, manovrandomi, come un burattino. E’ una voce cinica, crudele che a volte sibila, mentre altre urla e mi controlla spingendomi ad annullarmi… è DOLORE.
Il flusso dei miei pensieri accelera… dopo tutto, questo dolore è ciò che ho dentro, è cresciuto come una pianta, che ogni giorno io ho innaffiato col mio rifiuto per un mondo falso, per un amore calpestato, per un Dio che non esiste… oppure che ci odia e ci spinge ad ODIARE.
La mia rabbia si gonfia come un’onda, carica la sua forza per intaccare lo scoglio dell’ipocrisia, dell’indifferenza, dell’ignoranza... Ma come un’onda; per quanto forte sia il mio colpo, sono io che mi infrango e sono costretto a ritornare sui miei passi, masticando amarezza per la stupidità che acceca tutti quegli esseri, più simili ormai a MAIALI che a uomini… e non so se questo sia un bene.
Lentamente ogni freno si scioglie e la mia comprensione si amplia; Ogni condizionamento svanisce, i miei desideri nascosti riaffiorano e il mio ISTINTO da animale si rafforza avvicinandomi a qualunque cosa ci abbia creato. L’amore, il sesso, la violenza… tutto è più labile, tutto è il contrario di tutto, niente può farmi male, niente mi spaventa… Io sto CAMBIANDO. Oramai sono vuoto, l’io che ero prima è solo un quadro sbiadito, con l’ultimo aggancio di realtà cerco di restare attaccato all’amore. …Ma è come camminare su uno specchio; troppo liscio per non scivolare giù… dove ritrovo quel rumore, che mi brama, che mi vuole ingoiare… che mi vuole MORTO.
Io non voglio questo, io non posso sopportare tutto questo male, tutta questa sofferenza, tutta questa RABBIA. Preferisco morire che vedere il male, che subire il male, che fare del MALE… Ma è troppo tardi, quella cosa ormai mi scorre nelle vene, come un rettile viscido e insidioso, oramai sono compromesso, sono impuro… sono SOLO.
La mia mente oramai viaggia all’impazzata, tutto mi scorre accanto ad una velocità pazzesca; ricordi, amori, ideali, amici… tutto mi sfiora e mi ferisce… .E poi l’impatto. Sono steso, confuso… Intorno a me solo il nulla e il BUIO… E allora rimpiango di non essere come gli altri, di non essere cieco, di non essere abbastanza forte, o abbastanza VUOTO.
Ormai è tardi, sono sceso lungo la Spirale Discendente della mia mente; un pozzo silenzioso dal quale non si risale… .Se solo potessi ricominciare di nuovo, lontano un milione di miglia, mi riguarderei… . Io troverei una via.
P.S. Questa è l’ultima volta che scrivo con il flusso di coscienza; sarà folle, ma non ho mai trovato un album che mi getta in un vortice (“vortice” calza a pennello) di emozioni come questo. Spero di non essere straripato oltre i limiti, ma fare una “normale recensione” su The Downward Spiral” sarebbe stato come gustarsi un piatto di pasta usando un forcone da fieno.
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